Il partito conservatore di Boris Johnson ha stravinto le Elezioni politiche, incassando 365 seggi su 650, contro il Labour di Jeremy Corbyn. Per il neo Primo Ministro, la vittoria schiacciante è un chiaro mandato a proseguire con l'uscita dall'Unione Europea. Si tratta di un risultato che non si raggiungeva dai tempi di Margaret Thatcher, decretando in tal modo la sconfitta peggiore degli ultimi decenni per il partito dei Labour e mettendo fine alla possibilità di un secondo referendum sulla Brexit.

La vittoria di Boris Johnson è stata accolta con entusiasmo anche dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha commentato il risultato congratulandosi e anticipando che dopo la Brexit, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna saranno liberi di fare un enorme accordo commerciale.

I problemi per Boris Johnson non mancano, perché se nel resto della Gran Bretagna trionfano i conservatori, in Scozia gli indipendentisti scozzesi, europeisti convinti, mantengono i loro territori, promettendo di indire un secondo referendum per staccarsi da Londra.

La strada per la Brexit è ormai spianata

La schiacciante vittoria dei conservatori ha reso più chiara la situazione inglese, facilitando la strada per la Brexit.

Secondo indiscrezioni, è possibile che si voti l'accordo sulla Brexit il 21 dicembre, per poi passare alla Camera dei Lord tra Natale e Capodanno. Il 31 gennaio 2020 la Gran Bretagna uscirebbe dall'Unione Europa, ma solo formalmente, perché poi dovrebbe continuare a sottostare alle regole europee. Dopo il 31 gennaio inizierà infatti una delicata fase di transizione durante la quale si dovranno negoziare con l'UE nuovi accordi che riguardano la sicurezza, il commercio, i servizi finanziari, i dati, l'agricoltura e le dogane.

Questo periodo terminerà il 31 dicembre 2020. La Gran Bretagna si avvia a concludere un'unione durata mezzo secolo (ingresso nella CEE nel 1973, ndr), mentre anche l'Unione Europea inizia un nuovo periodo di rinnovamento e consolidamento sotto la guida della nuova leadership. Sarà un addio difficile, ma fortemente voluto dagli inglesi.

La Scozia reclama l'indipendenza dal Regno Unito

Il partito indipendentista scozzese in Scozia ha conquistato 48 seggi su un totale di 59, mentre i conservatori hanno perso la metà dei seggi, arrivando a sei. Stando alle dichiarazioni della premier scozzese Nicola Sturgen, i risultati che si sono avuti in Scozia dimostrano che gli elettori vogliono che la Scozia sia indipendente e dentro l'Unione Europea. Infatti, il premier intende chiedere a Boris Johnson un secondo referendum per l'indipendenza già l'anno prossimo, anche se sono ben coscienti che il premier britannico respingerà la richiesta.