Maria Giovanna Maglie interviene nel dibattito politico sul tema migranti, criticando il Papa e difendendo Matteo Salvini dopo le ultime notizie che lo vedono indagato per il caso della nave Gregoretti. L'opinionista ha incalzato il Papa Francesco, che ha detto che chiudere i porti non serve a risolvere la questione dei migranti e che il dovere dell'accoglienza deve venire prima di ogni altra cosa. Secondo Maglie Bergoglio attacca quanti vogliono difendere i confini.

Le parole di Maria Giovanna Maglie

Maria Giovanna Maglie, opinionista e saggista italiana, tramite il suo account ufficiale Twitter, incalza Papa Bergoglio e lo fa chiedendo al pontefice se conosce il nome di Leah Sharibu, "martire cristiana" che da quasi due anni è tenuta prigioniera dal gruppo fondamentalista islamico di Boko Haram.

Condividendo il tweet di Giulio Meotti, giornalista de Il Foglio, Maglie vuole sottolineare il fatto che Bergoglio sembra meno interessato ai cristiani, e si domanda se a Natale verrà fatto il suo nome.

Solo due giorni prima infatti sono arrivate nuove critiche, dopo che il Papa ha incontrato il Vaticano un gruppo di migranti salvati a Lesbo e giunti in Italia grazie ad un corridoio umanitario. Per l'occasione aveva twittato, condividendo il tweet dello studioso Marco Gervasoni, chiedendo ai suoi followers se sentivano la mancanza di un papa come "ideologo terzomondista antioccidentale".

E poi aveva attaccato il suo discorso sul dover dell'accoglienza, a difesa dei tanti migranti morti in mare, sostenendo che fosse un sermone contro i "confini patri" e contro "chi li difende", rivolgendosi sicuramente a Matteo Salvini, recentemente sotto inchiesta per il caso della nave Gregoretti.

Le parole di Papa Bergoglio

Due giorni fa il Papa ha salutato in Vaticano un gruppo di 33 profughi, in maggioranza afghani, ospitati dalla Santa Sede e dalla Comunità di Sant'Egidio.

Nel suo discorso ha sottolineato come bloccare le navi non sia la soluzione al problema che affligge i migranti. Per il Papa la priorità infatti va data all'eliminazione dei campi di prigionia e detenzione presenti in Libia. Al contempo bisogna denunciare con forza tutti i trafficanti e gli sfruttatori, senza aver il timore che possono riguardare anche le istituzioni.

Al centro bisogna mettere la persona, e da parte vanno gli messi gli interessi economici, perché la vita e la dignità di ogni uomo e donna sono preziose davanti "agli occhi di Dio". Il pontefice ha aggiunto che noi tutti siamo responsabili della vita di chi ci è accanto. Il grido dei nostri fratelli non deve essere inascoltato e non si può rimanere sofferenti davanti alle sofferenze e alla violenze di cui sono vittima.

Francesco chiede che le persone che soffrono le ingiustizie e sono costrette a migrare devono essere soccorse e messe in salvo, perché il Signore un giorno ce ne chiederà conto nel giorno del giudizio.