Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese proporrà al prossimo consiglio dei Ministri un inasprimento delle pene per chi reitera il reato di spaccio. Questo sarebbe accompagnato dall'invito ai sindaci e questori ad una puntuale applicazione agli spacciatori del daspo urbano, per una durata fino a 6 mesi (dai 6 mesi ai 2 anni in caso di condannati con sentenza definitiva), per impedire che chi spaccia possa tornare nelle stesse zona della città dove delinqueva. Nessuna ricetta miracolistica, sottolineano al Viminale, ma un altro tassello per riconquistare le nostre città.

Stretto di vita contro i pusher, la proposta del ministro Lamorgese

"Noi siamo per la certezza del diritto e della pena e quindi nel prossimo Consiglio dei ministri - ha detto la stessa ministra Lamorgese a margine della firma all'accordo per la sicurezza integrata della città di Torino - porrò la questione dell'inasprimento della pena per chi reitera il reato di spaccio. Quando un pusher viene arrestato, ritrovarlo il giorno dopo nello stesso angolo della strada a delinquere scoraggia i cittadini e demotiva le forza dell'ordine e per questo, nei tempi e nei modi giusti, porrò il problema".

L'innalzamento delle pene per chi reitera il reato di spaccio - se troverà l'accordo del Guardasigilli e delle altre forze di maggioranza - dovrà passare attraverso un disegno di legge e potrebbe entrare in vigore nel corso del prossimo anno.

Intanto la Lamorgese ha firmato ieri l'Accordo per Torino, un intesa di 2 anni che vedrà la creazione di una cabina di regia: tavoli ad hoc per i quartieri più critici, il potenziamento dell'illuminazione cittadina, progetti pilota che prevedono il rafforzamento del controllo del territorio con sistemi di videosorveglianza che potranno essere installati anche da privati e associazioni.

Il ministro vorrebbe estendere il 'Modello Torino' ad altre città italiane, partendo da Firenze e finendo per Napoli e Roma.

La Lamorgese tornerà presto in prefettura nella Capitale, non oltre gennaio, per fare una prima verifica sull'andamento del piano messo a punto il 15 novembre scorso per la riconquista di ventotto piazze di spaccio grazie all'impiego di oltre 250 uomini delle forze dell'Ordine. Oggi intanto a Roma è stato firmato con Comune, Acea, Enel e commercianti un accordo per tenere accese le vetrine di notte anche in alcune zone della periferia. Le prime parole rilasciate dopo l'incontro: "È un progetto pilota che parte in due Municipi e costituisce un modello di sicurezza partecipata e che potrà essere esteso anche in altre aree della Capitale. Il mio apprezzamento va a tutti i firmatari del protocollo coordinati dal Prefetto". Nel frattempo, entro fine anno la titolare del Viminale vorrebbe anche firmare il decreto per la riorganizzazione degli uffici della Polizia con l'idea di far coincidere municipi e commissariati.