Fino a pochi giorni fa il nome di Stepehn Ogongo era totalmente sconosciuto agli italiani. Ogongo, cittadino di origini keniote, ma residente nel nostro Paese da 25 anni, viene descritto dalla stampa come uno dei fondatori della ‘sezione’ romana del movimento delle sardine che su Facebook hanno fondato un gruppo che ha già raccolto circa 150mila adesioni.

Intervistato questa mattina, martedì 10 ottobre, dal Fatto Quotidiano, Ogongo non ha chiuso le porte di piazza San Giovanni a Roma (dove sabato 14 si terrà una manifestazione delle sardine) nemmeno ai ‘fascisti del Terzo millennio' di Casapound.

Apertura che, però, ha subito spaccato le varie anime del movimento. La maggioranza ha preso le distanze dal suo presunto leader, ribadendo la pregiudiziale antifascista della piazza romana. Ad intervenire nel dibattito è stato anche il leader di Casapound, Simone Di Stefano, il quale ha dichiarato, forse in maniera provocatoria, che lui e i suoi in quella piazza ci saranno, anche se senza bandiere.

L’apertura a Casapound di Ogongo 'spacca' il movimento delle sardine

“Per ora è ammesso chiunque, pure uno di Casapound va benissimo. Basta che in piazza San Giovanni sabato prossimo scenda come una sardina”. Così il presunto leader delle sardine romane, Stephen Ogongo, intervistato da Paolo Frosina per il Fatto Quotidiano, ha espresso la sua opinione circa la presenza in piazza a Roma il 14 dicembre prossimo dei sedicenti ‘fascisti del Terzo millennio’.

Una dichiarazione che, come appena anticipato, ha scatenato una bufera di polemiche all’interno del movimento delle sardine, esplosa soprattutto sui social network. Proprio nel gruppo ufficiale Fb delle sardine romane, infatti, è comparso un post di “chiarimenti” sul caso Ogongo. Premesso che nella piazza romana a nessuno verrà chiesta la fede Politica e che nessuno verrà cacciato, le sardine di Roma ricordano come a Bologna, dove il movimento è nato, “è stata definita una linea netta di demarcazione tra chi crede nei valori della democrazia, dell’uguaglianza e dell’antifascismo”, e chi al contrario la pensa in modo opposto.

Insomma, secondo le sardine “essere senza bandiere non significa essere privi di coscienza politica”, oppure essere come una “certa destra”.

La risposta di Simone Di Stefano: ‘In piazza si, ma Bella Ciao non la cantiamo’

Casapound viene poi citata direttamente, insieme a Forza Nuova, anche in un successivo post comparso sul gruppo originale ‘6000 sardine’.

La risposta della maggioranza dei 'pesci azzurri' all’apertura di Ogongo sembra chiara: nessuno che si richiami ai valori del fascismo sarà ammesso in piazza San Giovanni.

Ma, forse un po' a sorpresa, un’altra risposta ad Ogongo arriva proprio dal leader delle cosiddette tartarughe, Simone Di Stefano. “L’apertura del leader delle sardine di Roma stupisce - dichiara Di Stefano - ma va nella direzione del dialogo e noi da sempre ci confrontiamo con tutti. Al momento - prosegue il leader di Casapound - le sardine sinceramente mi sembrano un contenitore vuoto e manovrato dalla sinistra, ma noi siamo pronti ad andare in piazza, senza bandiere, come abbiamo fatto per la manifestazione con Salvini Berlusconi e Meloni, porteremo le nostre idee. Ma, sia chiaro, ‘Bella Ciao’ non la cantiamo”.