Gianluigi Paragone continua la sua lotta interna al Movimento Cinque Stelle. In guerra aperta con il partito e con Luigi Di Maio, intervistato da Il Giornale, il giornalista e senatore chiede di sanzionare tutti quei parlamentari grillini che non sono ancora in regola con i rimborsi. E critica apertamente anche Beppe Grillo, accusandolo di essere diventato sistema.

La battaglia di Paragone

Gianluigi Paragone, senatore del M5s ed ex direttore del quotidiano La Padania, continua il suo lungo braccio di ferro all'interno del Movimento. In aperto dissenso con le scelte politiche del governo Conte Bis, di cui non ha votato la fiducia, e in modo particolare sul fondo Salva-Stati, il giornalista commenta la notifica di espulsione che gli è arrivata alcuni giorni fa, proveniente da un indirizzo mail non certificato.

Paragone ironizza sul fatto che la sua posizione sarà giudicata dal "collegio dei probiviri" di cui fa parte Fabiana Dadone, ministro della Pa. E in caso di espulsione annuncia che solleverà la questione di incompatibilità, visto che Dadone è sia ministro che probiviro, e i due ruoli sono in conflitto tra loro. "Io non mi fermerò. Chiederò al collegio dei probiviri il rispetto delle norme".

Il dissenso del senatore

Il dissenso del senatore non sembra però orientato alla Lega di Matteo Salvini. Paragone constata semplicemente che non si sente solo nel suo dissenso. "C’è una parte del Movimento che mi scrive, mi sprona".

A perdere molta credibilità, nella storia del M5S, sono stati Beppe Grillo e il capo politico Luigi Di Maio, con cui Paragone non ha contatti da un po' di tempo.

Per lui il Movimento Cinque Stelle, nato sulla rabbia del Va..a, "non può risciacquare i panni in Arno", riferendosi alle parole di Grillo che parlava della "lingua igienizzante" delle sardine. "Quando hai paura della creatura che hai contribuito a far nascere, scompare il movimento e appare il partito". E alla domanda se il movimento è morto risponde: "Muore se lo fai diventare sistema".

Neanche su Giuseppe Conte risparmia critiche e lo considera un pavone "che si professa sovranista e populista", ma che poi si avvicina al Partito Democratico, ed è degno della "commedia dell’assurdo".

La questione dei rimborsi

Il senatore e giornalista chiederà inoltre che tutti quelli non ancora in regola con i rimborsi vengano sanzionati.

Nei giorni scorsi ha fatto i nomi di tutti i suoi colleghi di partito che sono ancora inadempienti per il rimborso delle mensilità. E annuncia che ha appena saputo che il M5s ha deciso di cambiare le regole in corsa, e di conseguenza le mancate rendicontazioni a partire dalla scorsa estate non saranno calcolate come ritardo.

Paragone chiede con forza il rispetto delle norme e annuncia che in caso procederà per via legale.