L'espulsione del senatore Gianluigi Paragone dal Movimento Cinque Stelle continua a far discutere. La decisione è arrivata per effetto della decisione dei probviri grillini e arriva in seguito ad una serie di comportamenti da dissidente da parte del protagonista della vicenda. Dalla mancata fiducia accordata al governo giallorosso fino alla disapprovazione, con tanto di voto negativo, alla manovra finanziaria. Sulla questione, con un editoriale apparso su lI Fatto Quotidiano, si espressa la giornalista Luisella Costamagna. In particolare ha provato a spostare il focus della questione.
A suo avviso non ci si dovrebbe tanto interrogare sull'opportunità dell'allontanamento di Gianluigi Paragone dall'universo grillino, quanto sul perché ne facesse parte.
Gianluigi Paragone lavorava a La Padania
Prima della sua nuova vita in Politica, Gianluigi Paragone svolgeva con egregi risultati la professione di giornalista. In molti lo ricorderanno conduttore di trasmissioni televisive di rilevanza nazionale. Tuttavia, nel suo curriculum vanta anche un'esperienza alla guida de La Padania, giornale della Lega. Ed è proprio su questo presupposto, tra gli altri, che si articola il ragionamento fatto da Luisella Costamagna nel suo editoriale. "Cosa ci faceva - si chiede - Gianluigi Paragone nel Movimento Cinque Stelle.
In realtà è questa la vera questione: non la sua uscita - traumatica - dal Movimento, bensì la sua entrata". Dubbio che, nel ragionamento scritto, tende ad essere acuito dall'enumerazione di aneddoti che sarebbero legati alla carriera del Paragone giornalista. Ricorda quando l'ormai ex grillino si sarebbe definito desideroso di diventare il "Santoro di destra" prima di ottenere incarichi importanti in Rai.
Proprio lui che, sottolinea la Costamagna, era per il "fuori dai partiti della Rai" e che, in realtà, sarebbe stato un esempio di "quel sistema - scrive - che si voleva abbattere, della longa manus della politica servizio Pubblico? Boh".
Per la Costamagna, Paragone aveva poco a che fare con il M5s
Luisella Costamagna ricorda, inoltre, come Paragone facesse parte di un partito contrario al finanziamento pubblico ai partiti, pur essendo stato il direttore della Padania, finanziato con soldi pubblici."Cosa - incalza - aveva a che spartire con Grillo uno che aveva definito Bossi gigante della storia e Berlusconi miglior politico italiano?".Sono solo alcune delle notazioni attraverso cui nell'articolo si vuole sottolineare una certa discrepanza di pensiero tra Paragone ed i grillini.
Si mette in risalto come queste differenze inizialmente siano passate lisce grazie all'alleanza maturata tra il M5S e la Lega. Proprio la vicinanza a Salvini viene richiamata con la battuta a chiosa dell'articolo rivolta a Paragone. "A parte la coerenza del bastian contrario, perché non si appella all'Immacolato cuore di Maria e al suo sedicente profeta?".Parole messe in relazione con l'idea di Paragone di ricorrere contro l'espulsione persino alla giustizia ordinaria. Decisione che la Costamagna non sembra spiegarsi, considerata quella che a suo avviso pare essere una conclamata eterogeneità ideologica tra i grillini e il senatore.