Bruno Vespa, nel sabato di silenzio elettorale che precede le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, prova a fare un analisi di quelli che potrebbero essere gli scenari successivi al voto. Lo fa attraverso le colonne de Il Mattino, mirando ad anticipare quello che potrebbe accadere in base a quella che è stata la storia della Politica italiana. Il conduttore di Porta a Porta, nel suo editoriale, manifesta velatamente le sue riserve rispetto all'esternazione del premier secondo cui le urne regionali sono destinate a non avere ripercussioni a livello nazionale.

Lo fa andando a ritroso e sottolineando come, al momento, i precedenti trasmettano segnali 'poco rassicuranti'. Allo stesso modo, mette in risalto come una vittoria del centrosinistra, soprattutto in Emilia Romagna, potrebbe dare nuova aria alla maggioranza.

Vespa cita le regionali fatali per D'Alema e Veltroni

L'esempio che Bruno Vespa fa riguarda l'anno 2000. In quel caso si votava in quindici regioni. Il premier era Massimo D'Alema ed aveva pronosticato un'affermazione delle forze politiche affini al governo in dieci-undici distretti su quindici. I risultati andarono in un'altra direzione, poiché gli avversari del centrodestra riuscirono ad ottenere otto vittorie contro le sette del centrosinsitra.

Nella ricostruzione di Vespa, D'Alema, dopo un primo tentativo di resistenza, fu costretto a dimettersi. Lo stesso accade a Walter Veltroni che, invece, aveva perso in Sardegna e sentì che doveva farlo per salvare il partito.

Vespa parla di referendum ad aprile

Bruno Vespa non manca di sottolineare come, al momento, la situazione risulti diversa.

Il giornalista, però, evidenzia come, estendendo il discorso alla storia recente, il quadro rischierebbe di farsi negativo sul governo. "Negli ultimi due anni - ha evidenziato - il centrodestra ha tolto al centrosinistra otto regioni su otto. La Calabria potrebbe essere la nona". Vespa, sottolinea che l'eventuale 'decima' persa sarebbe un colpo tremendo per il Partito Democratico che nella regione con Bologna capoluogo trova una sorta di "coperta di Linus".

Allo stesso modo evidenzia come Conte, per proseguire nel suo secondo esecutivo, potrebbe contare su quello che Vespa definisce "disperato desiderio di auto conservazione dei deputati e senatori di ogni colore".

Vespa fa notare come nel governo ci sia voglia di anticipare il referendum del taglio dei parlamentari. Si tratterebbe di uno scenario che, di fatto, potrebbe dissuadere Mattarella dallo sciogliere le camere alla vigilia di un voto così importante.

Il giornalista aggiunge inoltre quello che potrebbe essere il ruolo di Di Maio e Renzi che potrebbero avere interesse a votare con un parlamento di 945 seggi.

Qualora, però, dovesse profilarsi una vittoria di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna, per Bruno Vespa le cose cambierebbero in maniera quasi totale.

A suo avviso, si tratterebbe di un'eventualità che, di fatto, darebbe aria nuova alla maggioranza parlamentare che, a quel punto, potrebbe respirare a pieni polmoni un successo destinato a dare, forse, nuova linfa e nuova vinta al Conte bis.