A meno di due settimane dalle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, la campagna elettorale diventa sempre più infuocata. L'ex vicepremier Matteo Salvini sferra un nuovo attacco al governo e a Giuseppe Conte che dà poca importanza al voto regionale, e lo accusa di essere attaccato alla poltrona senza nutrire rispetto verso le regole delle democrazia. Chiede inoltre che il Senato voti subito l'autorizzazione a procedere per il caso Gregoretti, invece di aspettare il mese di febbraio.

Le parole di Salvini

L'appuntamento del 26 gennaio in Emilia Romagna e Calabria rende il clima politico aspro.

Continua serrata la campagna elettorale del centrodestra e del centrosinistra. L'ex ministro dell'interno sferra un duro affondo contro Giuseppe Conte, commentando la sua dichiarazione di alcune ore fa, secondo la quale il voto romagnolo non sarà così decisivo per le sorti dell'esecutivo, ed avrà conseguenze soltanto a livello locale.

La risposta di Matteo Salvini è chiara e viene affidata a Twitter: "Insomma, per Giuseppi il voto di emiliani e romagnoli non conta un tubo". E poi, nella seconda parte del tweet, l'affondo diventa più forte e Conte viene definito come "uno che sta incollato alla poltrona per paura di perdere le elezioni" e che non ha grande rispetto per quelle che sono le regole della democrazia.

Nella giornata di oggi lo stesso Salvini, ospite del programma radiofonico Non stop news in onda su Rtl 102.5, aggiunge che lo stesso Conte aveva minimizzato anche il voto regionale in Umbria. Secondo Salvini se in Emilia vincerà la Lega, "cambia il mondo", così come sostiene il quotidiano Financial Times.

Salvini e il caso Gregoretti

A tenere banco nel dibattito politico è anche il voto sull'autorizzazione a procedere ai danni del leader della Lega sul caso Gregoretti. La votazione, che avverrà solamente dopo l'appuntamento regionale del 26 gennaio. fa infuriare l'ex vicepremier, che chiede piuttosto di essere processato subito: "Se, secondo il Pd, sono un criminale, me lo dicano domani" dice Salvini a Rtl.

E aggiunge che il processo che potrebbe subire per sequestro di persona sarà senza dubbio "un processo politico" e avvisa, in modo provocatorio, che bisognerà trovare un'aula di tribunale molto grande, perché ci saranno milioni di italiani a fargli compagnia.

Continua a difendere le sue ragioni l'ex ministro dell'Interno, che la scorsa estate ha impedito per quattro giorni alla nave Gregoretti di poter sbarcare in un porto italiano. La sua iniziativa è andata incontro all'esigenza di difendere i confini, quello che dovrebbe essere il dovere di ogni politico. "Questo è un crimine per cui rischio quindici anni di carcere, ed è un gesto di cui vado orgoglioso".