Con una sola frase, Oliviero Toscani è riuscito a mettersi contro proprio tutti, a scrivere una pagina di cronaca da dimenticare e a farsi allontanare da Benetton Group dopo un sodalizio iniziato nel 1982. "A chi interessa che caschi un ponte? Ma smettiamola!", aveva detto alla radio il fotografo, provocatore ad oltranza, firma di tante campagne pubblicitarie per Benetton, famiglia che, oltre all'azienda tessile, detiene il 30 per cento delle azioni di Società Autostrade. Indignati, innanzitutto, i parenti delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, tragedia accaduta a Genova il 14 agosto del 2018.

Poi i politici di ogni partito.

Era stato interpellato dalla trasmissione radiofonica 'Un giorno da pecora', a proposito di uno scatto al centro delle polemiche perché ritrae Oliviero Toscani e Luciano Benetton con i quattro fondatori del movimento delle Sardine nel centro culturale di Ponzano Veneto, fondato dall'imprenditore e dal fotografo. Ai microfoni, ha pronunciato la frase choc che ha determinato uno spontaneo fronte unico contro di lui, fino a costringerlo a fare marcia indietro. Ha ritrattato e si è scusato, ma le scuse, a metà, non sono bastate. In una nota ufficiale, il Benetton Group ha comunicato di aver licenziato Toscani, e il presidente Luciano Benetton ha rinnovato la vicinanza alle famiglie delle vittime dissociandosi da quella esternazione.

Toscani, l'indignazione dei parenti delle vittime

I parenti delle 43 vittime della tragedia di Genova, stentavano a credere che il fotografo avesse potuto pronunciare una frase che suona come un insulto alla memoria dei loro cari. Messi di fronte all'evidenza, la loro risposta non si è fatta attendere. "A lui potrà non interessare che sia caduto un ponte in Italia nel 2018, potrebbe essere che lui viaggi sempre in elicottero, in effetti passare su un ponte francamente è un po' da 'plebei', purtroppo tanti italiani ci viaggiano ogni giorno e qualche persona sotto quel ponte ci è rimasta per sempre, certamente non per qualche strano fulmine vagante, 43 morti innocenti per lui conteranno poco, ma per noi erano tutto", ha detto Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime Morandi.

Possetti ha definito le parole di Oliviero Toscani “inopportune e confuse”, chiedendo rispetto per chi non c'è più.

Oliviero Toscani, condanna unanime del mondo politico

Tutta la politica, Sardine incluse, ha condannato Oliviero Toscani per la sua esternazione, e così pure Società Autostrade ed Alessandro Benetton. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia ha chiesto come mai le Sardine non abbiano fatto alcuna manifestazione "contro questo linguaggio ignobile".

Matteo Salvini, ha parlato di "miseria umana" e ha detto che il fotografo si deve vergognare perché certe cose non andrebbero neanche pensate. Il sindaco di Genova, Marco Bucci, e il presidente delal Regione Liguria, Giovanni Toti, hanno lanciato la campagna #a noi interessa.

Vito Crimi, capo politico reggente dei Cinque Stelle è tornato ad insistere su un tema caro ai grillini: la revoca delle concessioni alla Società Autostrade come atto dovuto ai parenti delle vittime. E il Pd ligure, ha definito le parole di Toscani "violente, indegne, disumane, ignoranti". Anche le Sardine, protagoniste dello scatto da cui sono partite le polemiche, hanno preso le distanza da lui: ammesso il loro errore, non vogliono più essere strumentalizzate, specie se in ballo c'è una vicenda "che purtroppo grava su cicatrici ben più grandi".

Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, ha preso le distanze da Toscani in nome di "tragedia gravissima e ingiustificabile" che unisce tutti. Infine, Alessandro Benetton, ha rivendicato d'essere da 30 anni un imprenditore indipendente dalla sua famiglia, e si è dissociato "fortemente" dalle affermazioni fatte dal fotografo.

Toscani, scuse a metà, c'è stata 'cattiveria'

Prima su Twitter, poi attraverso interviste a Radio Capital, e ai quotidiani La Repubblica e La Stampa, il fotografo ha recitato il 'mea culpa'. Ma l'ha fatto in un modo che suona anomalo. Su Twitter ha scritto d'esser dispiaciuto che "parole estrapolate e confuse" possano aver fatto pensare che a lui non interessasse nulla del crollo del ponte.

"Solo la cattiveria può strumentalizzare una cosa simile", ha aggiunto.

Sostiene che la tragedia lo addolora, ma ritiene assurdo che i giornalisti ne chiedano conto a lui. Poi, nelle successive rettifiche, il rimedio sembra essere peggiore del male. Se da una parte si è definito "distrutto umanamente" ed è arrivato ad affermare che "se ci si potesse prendere a bastonate in radio", lo farebbe, dall'altra ha detto che non si merita l'attacco e le accuse ricevute. Colpa sarebbe del giornalista di 'Un giorno da pecora' che lo avrebbe forzato insistendo con l'argomento della tragedia del ponte, mentre lui doveva parlare della realtà di Fabrica, di comunicazione e futuro. Poi quella frase, "estrapolata da qualcuno per il suo programma un po' scandalistico". Ora però è stato mollato dai Benetton: dopo la tragedia del ponte e le concessioni a rischio, la famiglia sta ben attenta a non riattivare l'astio dell'opinione pubblica italiana.