Le restrizioni dovute all’emergenza Coronavirus saranno prorogate oltre il 3 aprile: lo ha annunciato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al termine di una videoconferenza con i ministri Lorenzo Guerini, Francesco Boccia, Roberto Speranza, oltre al capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli e al commissario all’emergenza Domenico Arcuri.
Coronavirus, Conte: ‘Il blocco sta funzionando’
Secondo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte “il blocco totale sta funzionando e ha evitato il collasso del sistema”, di conseguenza le attuali restrizioni – anche se in verità non si può parlare di un vero e proprio blocco totale – saranno prorogate oltre l’attuale data prevista per il loro termine, ovvero oltre il 3 aprile.
A queste dichiarazioni hanno fatto eco quelle del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, che ha confermato la proroga della chiusura di scuole e università, aggiungendo che “certamente saranno prese misure adeguate per tutti coloro che dovranno affrontare gli esami di Stato, gli esami di Maturità si terranno comunque ma le prove terranno conto del momento difficilissimo che tutti stiamo attraversando. Stiamo esaminando diversi scenari possibili – ha aggiunto il ministro – tutto dipende da quanto ancora resteranno chiuse le scuole”.
Fontana: 'Ancora troppe persone in giro, servono controlli più severi e maggiori restrizioni'
La Lombardia, per bocca del suo presidente Attilio Fontana, chiede misure di chiusura e controllo ancora più severe.
Questa mattina Fontana si è presentato alla conferenza stampa indossando una mascherina e con al suo fianco Sun Shuopeng, vice direttore della Croce Rossa cinese: “Il dottor Shuopeng ha gestito in prima persona l’emergenza a Wuhan – ha affermato Fontana – e dopo aver visto la situazione a Milano ha affermato che non solo ci sono troppe persone ancora nelle strade, ma troppi usano ancora i mezzi pubblici e troppi circolano senza indossare mascherine”.
L’opinione di Shuopeng è che siano necessarie misure ancora più restrittive, misure che Lombardia e Veneto chiedono da tempo al governo Conte, tanto che il presidente Fontana ha aggiunto: “Oggi contatterò Palazzo Chigi, chiederò che siano presi i provvedimenti suggeriti, in particolare lo stop alle attività produttive e al trasporto pubblico.
Sono ancora in troppi a non rispettare le misure di sicurezza”.
Il Viminale, da parte sua, ha annunciato che le forze di polizia, soltanto nella giornata di ieri, hanno controllato oltre 200mila persone di cui 8.297 sono state denunciate per non aver rispettato l’obbligo di non circolare se non strettamente necessario. Sono stati controllati anche 195 esercizi commerciali, di questi 29 hanno subito la sospensione dell’attività. Dall’11 marzo a oggi quasi 52mila persone sono state denunciate per mancato rispetto degli obblighi, 1.126 per aver rilasciato dichiarazioni false, 1.668 titolari di esercizi commerciali hanno subito analoga denuncia.
Bergamo: situazione al collasso, mancano medici e infermieri
Si fa sempre più difficile la situazione a Bergamo, città dove si trova uno dei più gravi focolai di coronavirus in Italia: il direttore del dipartimento di Medicina dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, in piena emergenza, ha lanciato oggi un appello in italiano e in inglese, rivolgendosi anche all’estero. “Abbiamo un disperato bisogno di medici e infermieri, oltre che di apparecchi da ventilazione e dispositivi di protezione individuale”. Anche l’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, ha segnalato che negli ospedali iniziano a scarseggiare medicinali.
Ieri da Bergamo sono arrivate le immagini di camion militari che trasportavano bare verso i forni crematori di altre provincie e regioni: il numero dei decessi, infatti, è talmente elevato che le strutture del capoluogo lombardo non sono più in grado di procedere con la cremazione di tutti i cadaveri.