Come ogni anno, la vigilia delle celebrazioni del 25 aprile, Festa di Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, si porta dietro una sequela infinita di polemiche. Stavolta la rottura è stata sfiorata tra il Governo Conte e i rappresentanti dell’Associazione nazionale partigiani (Anpi). Vista l’emergenza sanitaria ancora in pieno corso, le autorità del mondo della Politica avevano previsto inizialmente di non permettere ai partigiani di scendere in piazza, se pur in maniera solo simbolica, per celebrare l’evento a loro tanto caro. Dopo le proteste furiose dell’organizzazione antifascista, però, l’esecutivo giallorosso è tornato sui suoi passi, concedendo ai partigiani di partecipare alle celebrazioni del 75esimo anniversario della Liberazione, ma evitando assembramenti.
Una notizia che fa infuriare Franco Bechis il quale, dalle colonne de Il Tempo, punta il dito contro il Premier Conte, rinfacciandogli di aver vietato ai parenti delle migliaia di vittime di questi ultimi mesi persino di posare un fiore sulla tomba dei loro cari.
Lo scontro tra Governo e Anpi sul 25 aprile
Prima guerra e poi pace tra il Governo Conte e i partigiani. Lo scontro si è aperto dopo che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ha vergato una circolare con la quale, di fatto, si impediva la partecipazione dei rappresentanti dell’Anpi alle celebrazioni del 25 aprile allo scopo, appunto, di evitare assembramenti. A quel punto, le proteste dei partigiani sono state vibranti e sdegnate.
Gli antifascisti hanno espresso “incredulità e rammarico” per una scelta governativa considerata “scortese” che non permette nemmeno di deporre un fiore sui monumenti dedicati ai caduti. Dopo che l’Anpi ha annunciato di voler mettere in atto una sorta di disobbedienza civile, però, il governo Conte è tornato in parte sui suoi passi assicurando che “le associazioni partigiane e combattentistiche potranno partecipare alle celebrazioni per il 75esmimo anniversario della Liberazione, naturalmente in forme compatibili con l'attuale situazione di emergenza”.
La reazione indignata di Franco Bechis
L’immediata pace ritrovata tra Governo Conte e Associazione dei partigiani non rende però affatto felice Franco Bechis. Il direttore de Il Tempo verga un editoriale di fuoco sul suo giornale dal titolo evocativo: ‘Conte libera solo i partigiani’. Il senso della critica di Bechis è che il Premier si sarebbe arreso alle pressioni provenienti soprattutto dall’area del Pd, concedendo all’Anpi di scendere in piazza il 25 aprile, anche se rispettando tutte le regole sul distanziamento sociale.
I partigiani potranno quindi portare corone di fiori sui monumenti, mentre ai parenti delle migliaia di vittime della tragedia che sta colpendo il Paese non è permesso neanche quello.
Bechis sul 25 aprile: ‘Bastato uno strillo dell’Anpi per mettere in ginocchio Conte’
In apertura del suo pezzo, Franco Bechis mette a confronto il divieto di celebrare messa (cita l’episodio di Cremona dove sono addirittura intervenuti i carabinieri in chiesa ndr) imposto dal Governo, considerato un “abuso di potere”, con il fatto che sia bastato “uno strillo dell’Anpi per mettere in ginocchio Giuseppe Conte”. Insomma, secondo Bechis, l’Italia sarebbe un Paese dove è lecito “stracciare la libertà religiosa e la Costituzione” ma, polemizza, “guai a tenere in casa un partigiano”, considerato sarcasticamente come un “italiano un po’ più speciale” di tutti gli altri che sono “murati vivi da 45 giorni”.
Insomma, secondo Bechis, concedere di rendere omaggio alla Liberazione dopo che si è impedito a centinaia di migliaia di italiani di porgere l’estremo saluto ad un proprio caro sarebbe una “offesa” al loro “dolore”.