La nota virologa Maria Rita Gismondo si è espressa in merito alla quotidiana conferenza stampa presenziata da Angelo Borelli con cui dirama i numeri relativi al Coronavirus. Secondo la direttrice del laboratorio di Microbiologia clinica e virologia del Sacco di Milano le cifre divulgate su contagiati, morti e guariti non descriverebbero l'attualità, ma situazioni riconducibili a giorni precedenti. Questo equivarrebbe a dare parametri sbagliati ad una popolazione che attende quel momento della giornata per provare a i capire a che punto è la situazione relativa al virus nel Paese.

Ne ha parlato in un articolo scritto sull'edizione del 16 aprile de Il Fatto Quotidiano.

La virologa Gismondo parla di 'fandonie'

Il pezzo scritto da Maria Rita Gismondo si caratterizza per toni critici piuttosto evidenti riguardo ai messaggi che vengono divulgati. Appare già eloquente il titolo: "Nell'anarchia dei sistemi regionali almeno non raccontateci fandonie". Nel testo si evidenzia scarso consenso per quella che, a suo avviso, si sarebbe rivelata una certa 'anarchia regionale' in merito alla gestione dell'emergenza. Tuttavia, c'è anche un focus relativo a quella che la virologa definisce "conferenza stampa borrelliana". L'idea della Gismondo è che il quotidiano appuntamento non possa essere considerato un aggiornamento della situazione , ma semmai un potenziale momento teso ad alimentare la confusione nelle persone.

Quelli della Protezione Civile per la Gismondo sono dati vecchi

I punti attorno a cui si muove la critica di Maria Rita Gismondo sulla discussa conferenza stampa si annidano attorno a vari punti. "I positivi - evidenzia - non rappresentano la popolazione e variano al variare della capacità dei laboratori a eseguire i test e non sono contestualizzati".

La virologa puntualizza che i numeri che, per gli italiani, potrebbero valere la descrizione della situazione del giorno prima, ma invece rappresenterebbero, a suo avviso, quella di 10-12 giorni prima. In particolare le statistiche che arrivano a Borrelli, nella ricostruzione della Gismondo, sarebbero notifiche che provengono dalle Regioni che, a loro volta, li recepiscono dopo diverso tempo per via della necessità di riceverli dai laboratori, raccoglierli e inviarli al Ministero della Salute.

La realtà che verrebbe descritta sarebbe, perciò, semplicemente quella di diversi giorni prima. Sottolinea come tutto ciò non sia inutile, ma bisognerebbe, secondo lei, che venisse spiegato il ritardo esistente ai cittadini. "Ce lo spieghino - chiosa - anziché far intendere che si tratti degli indicatori dell'andamento giornaliero della pandemia in Italia. Basta che si sappia".