È decisamente un atto che ha creato un forte impatto emotivo nei confronti dei cittadini che hanno apprezzato questo gesto. L'esempio è venuto dal Giappone, uno dei paesi dell'estremo oriente, uno degli stati simbolo di questa mortale pandemia. I parlamentari dell'impero del Sol Levante hanno deciso di tagliarsi le loro indennità per un anno del 20%.

La decisione è stata presa all'unanimità

La decisione è stata presa all'unanimità da parte di tutti i deputati che siedono nell'emiciclo nipponico, con un accordo raggiunto dal partito di maggioranza liberal - democratico e dalla principale formazione politica di opposizione giapponese, il partito democratico - costituzionale.

Sarà varato, per la circostanza, un apposito decreto legge che entrerà in vigore a fine mese e potrà permettere la riduzione dal prossimo mese. In base alla legge in vigore, il parlamentare giapponese appartenente alla Dieta ha il diritto di percepire 1.294.000 yen al mese (circa 11mila euro), e la decurtazione procapite per ogni rappresentante è valutata intorno ai 2200 euro. Il portavoce della Dieta, Hiroshi Moriyama, ha dichiarato che i politici hanno compreso le difficoltà contingenti dei cittadini e delle aziende che stanno attraversando in questo momento, ed è stato importante che tutti si siano uniti in questa lotta per far fronte al comune nemico.

L'esempio è stato seguito da altre nazioni

Non solo il Giappone, ma anche altri paesi nel mondo hanno deciso di fare lo stesso. Il premier neozelandese, la signora Jacinda Ardern, e tutto l'esecutivo hanno deciso di donare il 20% del loro stipendio per sei mesi per contribuire alla lotta contro la pandemia. La giovane premier della Nuova Zelanda ha detto che questa è una giusta decisione presa nell'interesse dell'intera collettività. In sintesi, la donazione che la Arden e tutti i componenti dell'esecutivo hanno l'intenzione di corrispondere è pari a 1,6 milioni di dollari neozelandesi (circa 884mila euro).

A Singapore il premier e l'esecutivo hanno donato un intero mese di emolumenti, lo stesso ha fatto il primo ministro thailandese Prayut Chan-ocha a marzo, mentre il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha donato alla lotta contro il Covid -19 lo stipendio di aprile di circa 7mila euro. In Europa il parlamento bulgaro ha deciso all'unanimità di devolvere l'intero stipendio a favore delle fasce di popolazione più povere del paese, mentre in Grecia il premier Kyriakos Mitsotakis ha invitato tutti, ministri, vice ministri e parlamentari del suo partito, a donare metà delle loro indennità per far fronte all'emergenza.

In Italia due imprenditori su tutti: Giovanni Rana che si è decurtato il suo stipendio da manager, mentre il patron della Luxottica Leonardo Del Vecchio ha deciso di integrare la cassa integrazione dei suoi dipendenti e attuare una decurtazione del 50% dei suoi manager. Anche i politici non sono stati da meno: si ha notizia che l'europarlamentare Salvatore De Meo, così come l'ex presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e il senatore Claudio Fazzone, hanno donato interamente l'indennità di marzo per fronteggiare gli effetti negativi della 'zona rossa' di Fondi. E anche papa Francesco e la Conferenza Episcopale Italiana hanno fatto donazioni in tal senso piuttosto cospicue.