Gianluigi Paragone, servendosi del proprio profilo Facebook, ha manifestato aperta disapprovazione rispetto ad alcune proposte arrivate da Medical Fatcs sulla possibile riapertura dell'Italia dopo il lockdown. Un post pubblicato sul sito, la cui direzione scientifica è retta dal virologo Roberto Burioni, presenta infatti in maniera dettagliata un pull di proposte articolate per punti - quasi tutte di natura sanitaria generate per gestire il post lockdown -, sarebbe in particolare il quinto a sollevare molti dubbi dato che secondo Paragone minaccerebbe la libertà di stampa e parola andando a concretizzare una sorta di nuova era della censura.

Burioni parla di strategia comunicativa

L'opinione di Paragone fa dunque riferimento ad un articolo apparso su Medical Facts con data 14 aprile a firma di Roberto Burioni. Cuore del discorso trattato il come affrontare il post riapertura con l'obiettivo di far transitare l'emergenza sanitaria da pandemia ad endemia. Al punto 5 si parla però di necessità di una "strategia comunicativa" concordata tra Ordine dei Giornalisti e fonti giornalistiche nazionali. Il fine sarebbe quello di scongiurare potenziali danni generati da "un allarmismo esagerato" o al contrario da una "sottovalutazione facilona o addirittura negazionista".

Su Il Paragone si parla di minaccia alla libertà di stampa

Gianluigi Paragone ha così voluto realizzare un pezzo pubblicato sul proprio portale Ilparagone in cui analizzare tutti i possibili risvolti del pacchetto di proposte formulato da Burioni.

Paragone ha poi condiviso l'articolo su Facebook proponendo una didascalia molto eloquente: "Dopo le restrizioni e l'App di tracciamento ora arriva anche la censura. E da che pulpito poi'.

Nell'articolo condiviso dal senatore si coglie fin da subito un tono polemico nei confronti del virologo con un chiaro riferimento a quelle che, secondo Paragone, sarebbero state delle vere e proprie 'cantonate': "Tutti noi per dire qualcosa dovremo passare sotto l’approvazione del Ministero della Verità, lui invece (Burioni, ndr.) può dire castronerie senza limiti?".

Al virologo viene contestato in particolar l'aver "svestito i panni del medico" per vestire quelli "del gerarca". Nello scritto c'è poi un passaggio in cui si sottolinea che quel quinto punto delle proposte di Medical Facts rappresenterebbe "una seria - si legge - minaccia alla libertà di stampa". Ecco lo stralcio incriminato: "5) Condivisione della strategia comunicativa con l’Ordine dei Giornalisti e i maggiori quotidiani a tiratura nazionale, nonché le principali testate radio-televisive pubbliche e private per evitare i danni potenziali sia dell’allarmismo esagerato che della sottovalutazione facilona o addirittura negazionista (utilizzando anche l’esperienza sul campo nel rapporto medico-paziente)".

Aver detto addio alla propria libertà è già di per devastante, accettare anche un'informazione pilotata seppur per scopi benevoli sarebbe forse un po troppo.