Lo scontro sulla nuova presidenza dell'Eni e delle altre società partecipate coinvolge, oltre alla Politica, anche il mondo del giornalismo. Durissimo botta e risposta, infatti, tra il direttore de Il Riformista, Piero Sansonetti, e quello del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio.

Il primo, con un pezzo pubblicato sul suo giornale nella giornata di sabato 18 aprile, accusa il secondo di volersi impadronire del vertice dell'Eni facendo eleggere in quel ruolo Lucia Calvosa, docente universitaria e membro del consiglio di amministrazione del Fatto. Una circostanza "scoperta" da Sansonetti che si mostra indignato e parla di enorme "conflitto di interessi".

La risposta di Travaglio, contenuta nel suo editoriale di ieri, è chiara: "Miserabile verme". Il collega a sua volta replica così: "Violenza squadrista".

Le accuse di Sansonetti a Travaglio: 'Vuole l'Eni per sé'

"Travaglio prende pieni poteri, Lucia Calvosa alla presidenza dell'Eni". Si intitola così il fondo pubblicato da Piero Sansonetti su Il Riformista, in cui il direttore accusa il suo omologo del Fatto Quotidiano di voler mettere le mani sulla poltrona più importante di una delle società più grandi del Paese. La prova di questo interesse, scrive Sansonetti, sarebbe stata data dallo stesso Travaglio che ha scritto un editoriale di fuoco contro l'attuale amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.

Insomma, "il Fatto vuole l'Eni per sé" poiché ha candidato alla presidenza "una donna del suo staff". Lucia Calvosa, appunto. A suo dire, il "bombardamento" mediatico contro Descalzi sarebbe solo un "diversivo". Un enorme "conflitto di interessi" che farebbe impallidire persino quelli imputati in passato a Silvio Berlusconi.

Marco Travaglio: 'Non vogliamo piazzare nessuno in Eni'

Non appena venuto a conoscenza delle accuse mosse da Sansonetti nei suoi riguardi, Travaglio non perde tempo a rispondere dalle colonne del suo giornale. "A noi, come a tutti i cittadini, dell'etichetta partitica dei manager pubblici non importa nulla", scrive sul Fatto per giustificare i ripetuti attacchi a Descalzi, considerato "del tutto incompatibile con la carica di ad di Eni" soprattutto per le numerose inchieste giudiziarie che lo riguardano.

Peccato però che, aggiunge il giornalista, "qualche miserabile verme annidato nei soliti giornalacci arriva a insinuare che la nostra battaglia di principio celi un nostro interesse per 'piazzare' all'Eni questo o quel personaggio". Travaglio non cita il nome di Sansonetti, ma il riferimento a lui è scontato.

La controreplica di Sansonetti: 'Violenza squadrista'

La non certo lusinghiera definizione di "miserabile verme" non fa ovviamente piacere a Sansonetti, il quale decide di controreplicare con un video postato su YouTube. "Marco Travaglio oggi era furibondo. Ha scritto un editoriale sul suo giornale, il Fatto Quotidiano, fuori di sé. Perché fuori di sé? Perché noi della redazione del Riformista lo abbiamo beccato che stava, diciamo, lavorando per la presidenza dell'Eni", dichiara Sansonetti.

"Fatto del tutto inedito che modifica le regole della democrazia italiana, anche se non le leggi", chiosa. Insomma, denuncia il direttore de Il Riformista, "i giornali partecipano direttamente alla lottizzazione con i propri esponenti, nella trattativa ci sono i partiti. E Il Fatto Quotidiano più che un giornale è il luogo dove si dirigono i 5Stelle, partito che ha la maggioranza in Parlamento". Dunque, accusa Sansonetti, "per la prima volta nelle mani di un solo centro di potere, di una sola persona, Travaglio, ci sono sia il potere politico, visto che Conte è espressione del M5S, sia il potere giudiziario, visto che il Fatto controlla il partito dei pm, sia il potere economico, perché il controllo dell'Eni dà un enorme potere.

Insomma, lo abbiamo beccato ed è furioso. Oggi addirittura ci definisce miserabili vermi. Un linguaggio che anche nel giornalismo fascista dell'epoca di Farinacci non arrivava a questo punto. Fra l'altro Mussolini lo cacciò perché era eccessivo, ma Travaglio va molto oltre. Prima c'erano Montanelli e Fortebraccio, ma il 32% degli italiani lo ha votato e adesso ce lo teniamo, sia in questo suo aspetto di violenza squadrista".