La task force contro l'emergenza economica, voluta dal Governo Conte e guidata dall'ex ad di Vodafone Vittorio Colao, preoccupa Matteo Salvini. Il leader della Lega, ospite di Coffee Break su La7 nella mattinata di martedì 14 aprile, rispondendo ad una domanda del conduttore Francesco Pancani, fornisce un giudizio attendista e parzialmente negativo della squadra formata da 17 esperti in materia economica, giuridica e sociale.

A suo modo di vedere si dovrà giudicare dai fatti, anche se le premesse lo lasciano perplesso. Salvini coglie anche l'occasione per rilanciare una delle sue ricette per favorire la ripresa del sistema produttivo italiano: dare il via libera ad un condono, misura accettabile visto che siamo secondo lui "in tempi di guerra".

I 17 membri della task force guidata da Vittorio Colao

Anche se Matteo Salvini non sembra avere molta fiducia in Vittorio Colao e nei suoi collaboratori, la task force anti crisi voluta dal Governo giallorosso per gestire la cosiddetta "Fase 2" sta già muovendo i suoi primi passi. A parte l'ex amministratore delegato di Vodafone, della squadra fanno parte diverse personalità di spicco. Dalla professoressa di psicologia della Bicocca di Milano, Elisabetta Camussi, al manager di Leonardo Roberto Cingolani.

Dall'ad di Sistema Italia-Grecia-Turchia, Giuseppe Falco, al professore di Statistica economica a Tor Vergata, Enrico Giovannini. Ma della task force di Colao fanno parte anche Giovanni Gorno Tempini (Cassa Depositi e Prestiti), Giampiero Griffo, Mariana Mazzucato, Filomena Maggino, Stefano Simontacchi, Marino Regini, Raffaella Sadun, Enrico Moretti, Fabrizio Starace, Riccardo Ranalli, Riccardo Cristadoro e Franco Focareta.

Salvini sulla task force: 'Giudicheremo dai fatti'

Nomi che non fanno però scattare la scintilla in Matteo Salvini. "Cosa pensa della task force guidata da Colao?", gli domanda a bruciapelo Pancani durante Coffee Break. "Vediamo i fatti, giudicheremo da quelli - risponde titubante il leader della Lega - perché se dovessi giudicare dalle parole degli ultimi giorni sono preoccupato".

Salvini porta come esempio delle sue preoccupazioni la proposta avanzata dal Pd di introdurre una sorta di tassa patrimoniale sui redditi oltre gli 80mila euro annui. Tassa che andrebbe a colpire i depositi bancari degli italiani o chi ha un'abitazione di pregio. Una "follia" secondo il capitano leghista.

'Da una task force mi aspetto che cancelli le complicazioni'

"Quindi, qui più che task force - prosegue Salvini nella sua analisi - bisognerebbe mettere un freno alla burocrazia". A suo modo di vedere la parola condono è "brutta" ma, visto che ci ritroviamo a combattere una sorta di guerra, andrebbe invece pronunciata. Quindi andrebbero sottoscritte "la pace fiscale, la pace edilizia e il blocco del codice degli appalti".

Insomma, Matteo Salvini dice di aspettarsi proprio questo da una task force, che cancelli insomma le complicazioni e la opprimente burocrazia, permettendo agli italiani di fare tutto ciò che non è espressamente vietato. "Se io deposito una domanda presso un ente pubblico e non mi arriva la risposta, io faccio, lavoro, parto, comincio, perché altrimenti dopo ci sarà la fame e rischia di essere anche peggio", conclude.