Carlo Nordio, intervistato da Il Giornale, ha manifestato la sua idea sulla questione legata alle chat private dei magistrati su Salvini. Il riferimento va all'inchiesta giornalistica de La Verità in cui vengono portati a galla dei messaggi intercorsi tra alcuni esponenti della classe togata. In particolare, in relazione all'opera del leghista come Ministro dell'Interno, il quotidiano attribuisce a Luca Palamara un virgolettato. Le parole citate esprimerebbero un pensiero secondo sui Salvini stava facendo correttamente il suo lavoro, ma andava attaccato comunque.

Nordio, da ex magistrato, non si è detto per nulla sorpreso da quanto emerso. Un capo di imputazione, a detta di Nordio, divenuto più incredibile dopo che gli italiani sono stati costretti a rimanere chiusi in casa per il Coronavirus, come disposto dal capo di governo.

Nordio non è stupito da quanto avvenuto

Attorno alla vicenda sollevata da La Verità si sono annidate una serie di opinioni, tra cui le reazioni particolarmente dure da parte del centro-destra. Giorgia Meloni, ad esempio, ha reclamato l'intervento del Consiglio Superiore della Magistratura e del Presidente della Repubblica. Nordio, da magistrato ormai in pensione, ha offerto una chiave di lettura da osservatore della vicenda. Rispondendo ad una domanda se le circostanze emerse generano in lui stupore, manifesta un pensiero chiaro.

"È da 25 anni - ha detto - che denuncio questo malcostume: la lottizzazione e gli scambi di favori fra le diverse correnti che convivono nell'Anm".

Nordio non vede reati di Salvini tali da parlare di sequestro di persona

La condotta di Salvini posta all'attenzione della conversazione oggetto dell'intercettazione pubblicata de La Verità riguarda la questione migranti e gli interventi della magistratura.

A generare la frase incriminata di Palamara, secondo il quotidiano, sarebbe stato un confronto con il collega Auriemma relativa al ruolo della procura di Agrigento nelle questioni legate alla vicenda dei porti chiusi e al respingimento delle Ong. Circostanze che inducono Nordio a mettere in evidenza come, a suo avviso, la magistratura vada considerata come una "corporazione conservatrice" che finisce per attaccare il mondo della politica nel momento in cui questa prova a "ridurre privilegi non giustificati o a varare riforme liberali".

Salvini era finito nel mirino della magistratura per presunti sequestri di persona nei confronti di migranti impossibilitati a sbarcare poiché trovavano la strada dei porti sbarrata. Nordio ribadisce che quell'accusa, a suo avviso, non era plausibile. L'ex pm, inoltre, arriva a paragonarla ad un'altra vicenda che ha riguardato l'attualità. "Quel capo d'imputazione - evidenzia - diventa ancora più incredibile oggi, dopo che il capo del governo ha sequestrato in casa sessanta milioni di italiani per il Coronavirus".