Quarantasei anni fa, il 28 maggio del 1974, un attentato di matrice terroristica provocò il ferimento di centodue persone e la morte di otto di queste a Brescia. A finire nel mirino fu piazza della Loggia: un ordigno nascosto in un cestino portarifiuti fu fatto esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista.

L'eccidio, riporta un articolo pubblicato sul sito web di Repubblica, è stato commemorato dalle istituzioni e dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Lo stesso capo dello Stato ha sostenuto che "dopo la bomba del 28 maggio non è facile giungere alla verità e completare il percorso della giustizia".

Mattarella ha inoltre dichiarato che durante l'anniversario Brescia ha egregiamente risposto con la solidarietà, la dignità e il coraggio di cui la propria comunità è capace: "Città coraggiosa oggi come allora".

La matrice dell'attacco e le indagini

Durante il suo discorso, l'attuale presidente della Repubblica ha ricordato che la strage di piazza della Loggia fu opera di terroristi di matrice neofascista. Più specificatamente, riporta un articolo dal Fatto Quotidiano, in seguito all'eccidio vi furono cinque indagini e tre processi che portarono all'ergastolo per i due estremisti di destra ritenuti ufficialmente responsabili dell'attentato, ovvero Maurizio Tramonte e Carlo Maria Maggi. La strage di Brescia risulta ancora ricca di misteri essendo comunque legata al periodo oscuro degli anni di piombo e della strategia della tensione che insanguinò l'Italia in quegli anni.

I misteri dell'eccidio e il contesto politico

Uno dei misteri legati alla strage di Brescia, così come ad altri attacchi terroristici del periodo, è quello relativo ai 'veri mandanti'. Difatti, stando sempre al già citato articolo del Fatto, la stessa giudice milanese Anna Conforti aveva riportato nella propria sentenza d'appello che gli esecutori materiali della strage sarebbero stati Maggi e Tramonte, ma anche che vi furono altri responsabili che avevano praticamente lasciato "una pietra tombale sui troppi intrecci che hanno connotato la malavita anche istituzionale all'epoca delle bombe".

Al riguardo c'è da ricordare che l'eccidio avvenuto nella città della Lombardia era legato al più ampio contesto politico e geopolitico della strategia della tensione e degli anni di piombo, anni caratterizzati dall'esplosione del terrorismo e dagli intrecci con determinati ed oscuri interessi nazionali e internazionali. Su ciò, lo stesso Mattarella ha ribadito che la reazione dei cittadini di Brescia all'epoca fu decisiva per bloccare il 'progetto sovversivo' ed eversivo che mirava a lanciare un attacco nei confronti della democrazia italiana.