La deadline del 3 giugno, giorno della riapertura delle regioni, si avvicina sempre di più. Già all'inizio della Fase 2, con l'ultimo Dpcm del presidente Giuseppe Conte, è stato stabilito il 3 giugno come data per la riapertura delle regioni, ma è nel corso dei prossimi giorni che si avranno i dati necessari per fare valutazioni più circostanziate.

Alcune regioni, infatti, si trovano ancora sotto l'occhio del ciclone. Prima fra tutte la Lombardia, seguita da Piemonte e parte dell'Emilia Romagna.

Lombardia in bilico per la riapertura delle regioni

La regione che si trova maggiormente in bilico circa la possibile riapertura dei confini è senza dubbio la Lombardia dove, ancora nella giornata di ieri, è stata registrata una crescita dei contagi da Coronavirus.

Per il momento, "l'importante è non abbassare la guardia", hanno dichiarato il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e il governatore Attilio Fontana. Anche gli esperti del Comitato tecnico scientifico si sono dimostrati decisamente cauti a proposito della riapertura della Lombardia: "I rischi di questa corsa folle verso la normalità sono altissimi. Se la circolazione riparte, la situazione ancora difficile di alcune regioni potrebbe estendersi anche a quelle con zero contagi".

D'altro canto, il sindaco di Milano Beppe Sala, che pochi giorni fa si è pronunciato molto duramente sugli assembramenti nelle zone della movida milanese, ha tuttavia sottolineato la necessità per i cittadini e il settore produttivo di conoscere per tempo le sorti della propria regione: "Non ce lo dicano il giorno prima se non si dovesse riaprire, cosa che non mi auguro.

Non ce lo facciano cadere dall’alto ma ce lo spieghino, perché sì o no".

La polemica sul passaporto sanitario per la riapertura delle regioni

Tra le varie proposte messe a punto negli ultimi giorni, non è passata inosservata quella relativa all'adozione di un passaporto sanitario per consentire gli spostamenti interregionali.

Tale ipotesi ha subito sollevato non poche polemiche, specialmente tra Beppe Sala e il governatore della Sardegna Christian Solinas il quale, sulla scia di quanto dichiarato dal siciliano Nello Musumeci, ha esplicitamente richiesto un patentino immunitario per i turisti lombardi in arrivo sulle spiagge sarde.

"Passaporto sanitario?

Rileggete l'articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono". Ha commentato Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. Il ministro degli Affari regionali ha inoltre aggiunto che, qualora nei prossimi giorni si opterà, come previsto, per la riapertura delle regioni, dovrà vigere innanzitutto il buonsenso: "Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all'altra non è prevista, se siamo sani ci muoviamo".

Dopo la riapertura delle regioni, la Liguria si dice pronta ad accogliere i turisti

Di tutt'altro avviso rispetto alla Sardegna sembra invece essere il presidente ligure Giovanni Toti che, nelle ultime ore si è detto pronto ad accogliere tutti i turisti senza timori, compresi quelli provenienti dalle regioni maggiormente colpite dal virus, in primis dalla Lombardia. "Il turismo da noi vale il 20 per cento del Pil" ha commentato Toti "impossibile parlare di turismo senza passaggio interregionale", soprattutto dal momento che "in Liguria molti lombardi hanno le seconde case".