Lo stato di emergenza dovuto al coronavirus non verrà prorogato oltre la sua scadenza, prevista per il 31 luglio. È quanto prevede una norma contenuta nel decreto Rilancio, sul quale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha apposto la sua firma nella giornata di martedì 19 maggio. Nel decreto emanato dal capo dello Stato è stata inserita anche una riformulazione della norma che, nella bozza originaria del documento, prevedeva una possibile proroga di altri sei mesi dello stato di emergenza. Non sarà così, anche se le polemica era già esplosa tra i protagonisti del mondo della Politica.

Tra i commenti più duri sulla decisione di Mattarella c’è sicuramente quello di Paolo Becchi. Il docente universitario genovese, attivista pentito del M5S, giudica quello del presidente un atto che è riuscito a sventare il “tentato colpo di Stato di Conte”.

Il contenuto del decreto Rilancio

Sergio Mattarella ha dunque firmato il decreto Rilancio. Il provvedimento del governo Conte, approvato il 13 maggio scorso e ora in Gazzetta Ufficiale, prevede uno stanziamento economico del valore di 25,6 miliardi di euro, che dovrebbero essere messi subito a disposizione di lavoratori autonomi. I professionisti iscritti alle gestioni separate dell’Inps potranno avere subito accesso al bonus da 600 euro, mentre potrà essere richiesto anche il bonus baby-sitter da 1.200 euro.

A giugno poi, ha assicurato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, via ai contributi a fondo perduto per le imprese.

Stato di emergenza: il presidente della Repubblica modifica la norma

Ma l’aspetto al momento più discusso del testo del decreto Rilancio è quello che riguarda una norma in particolare. Quella che regola la dichiarazione dello stato di emergenza.

Quel passaggio, come riportano tutte le maggiori testate giornalistiche, sarebbe stato modificato per volontà esplicita di Mattarella, viste le polemiche esplose quando era circolata la voce che nella bozza del decreto fosse prevista una eventuale proroga di sei mesi dello stato di emergenza. Ora, nel testo definitivo, è prevista sì la possibilità di dichiararlo, ma solo per eventi diversi (terremoti, alluvioni) da quello contenuto nella delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio scorso per il coronavirus.

Paolo Becchi contro Conte sullo stato di emergenza

La modifica della norma sullo stato di emergenza voluta da Mattarella, trova stavolta favorevole Paolo Becchi. Il docente universitario di Genova, da sempre politicamente ostile alla politica del governo giallorosso, loda su Twitter il presidente della Repubblica che, a suo modo di vedere, avrebbe sventato un “tentativo di colpo di Stato” costringendo il governo a “togliere dal decreto il prolungamento dello stato di emergenza di altri sei mesi”. Anche se, conclude Becchi preoccupato, “non è detto che Conte a giugno ci riprovi”.