Marco Travaglio ha due certezze. La prima è che Giuseppe Conte si comporterebbe da “pazzo” se decidesse di dare vita a un nuovo partito. La seconda è che, in caso di caduta prematura del governo giallorosso da lui guidato, saprebbe benissimo cosa fare nella vita, considerato che ha già un “mestiere”, quello di avvocato e di docente universitario. Il direttore del Fatto Quotidiano, ospite di Accordi&Disaccordi sul Canale 9, si dimostra tagliente sul futuro di Giuseppe Conte e non nasconde neanche il fatto di stimarlo.
Il giudizio di Marco Travaglio sul futuro di Giuseppe Conte
Venerdì 15 maggio, Marco Travaglio è ospite in collegamento video con Accordi&Disaccordi, il talk show in onda sul Canale 9, condotto in tandem da Andrea Scanzi e Luca Sommi. Ed è proprio quest’ultimo ad intervistare il direttore del Fatto Quotidiano su tutti i più sentiti temi della Politica italiana.
Tra essi c’è sicuramente quello che riguarda il futuro del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del suo governo, dato da più parti sempre più traballante. “Conte farà un suo partito?”, domanda Sommi a Travaglio riflettendo sul fatto che è possibile che lo faccia proprio in questo momento perché si dice che il suo consenso sia altissimo, che gli italiani credano in lui, però tutti vogliono tentare di scalzarlo dalla sua poltrona di Palazzo Chigi per fare un governo di larghe intese ad ottobre.
“Lo farà o non o farà? Sarà tentato?”, il conduttore incalza il suo ospite.
Travaglio sarcastico su Guido Bertolaso
La risposta fornita da Marco Travaglio è abbastanza articolata. Inizialmente il direttore del Fatto si schermisce ricordando come sia sempre rischioso avventurarsi in previsioni. Anche se, aggiunge con malcelato sarcasmo, recentemente ci ha azzeccato.
Come nel caso del “mega ospedale alla Fiera di Milano”, bollato come un “monumento a Bertolaso”, che a suo giudizio avrebbe fatto una “fine miseranda”.
‘Se Conte fondasse un partito sarebbe un pazzo’
Tornando poi all’ipotesi del partito di Conte, Travaglio sentenzia: “Se lo facesse sarebbe un pazzo”. La tesi del giornalista è che la gran parte dei consensi mietuti dal premier deriverebbe proprio dal fatto di “non essere un uomo di partito”.
Un innegabile “vantaggio”, se si guarda alla fiducia degli italiani negli attuali partiti politici. “Quindi se cade il governo si dovrebbe fare da parte?”, lo stuzzica allora Sommi. “Perché secondo te cade il governo?”, ribatte secco Travaglio secondo il quale, se anche questa eventualità dovesse verificarsi, Conte non avrebbe problemi perché, chiosa, “ha la fortuna di avere un mestiere e sa benissimo cosa fare”.