Elsa Fornero contro i "fannulloni" che lavorano nella Pubblica amministrazione italiana. Ospite di Tiziana Panella a Tagadà nella puntata di venerdì 5 giugno, l'ex ministro del Lavoro del governo Monti discute con la conduttrice del talk show di La7 della attuale situazione Politica ed economica italiana.
Oltre a rassicurare sul fatto che l'Europa non sarebbe nostra nemica, l'economista piemontese punta il dito contro la parte marcia della burocrazia italiana, quelli che lei stessa bolla come "fannulloni", considerati fino ad oggi degli intoccabili.
Elsa Fornero: 'Europa non è nostra nemica'
Collegata in diretta video con lo studio di Tagadà, Elsa Fornero spiega come, secondo lei, sarebbe una "bugia" affermare che l'Europa "non sia dalla nostra parte". L'ex ministro invita gli ascoltatori a riflettere su "che cosa sarebbe stato del nostro Paese se non avessimo avuto il loro aiuto".
Poi Fornero si sofferma sulle possibili soluzioni per uscire fuori dalla gravissima crisi economica in atto. "Servono riforme strutturali, ma il vero test è applicarle", ammonisce.
Fornero contro i fannulloni
Ma la parte del suo intervento che risulta più approfondita è quella che riguarda la burocrazia. "Guardi, se fosse tutta la burocrazia ad essere di ostacolo, la soluzione sarebbe abbastanza facile - Fornero risponde a Panella - il problema è che la burocrazia è un altro aspetto dell'Italia come Paese.
Cioè, ci sono, e io le ho conosciute nel mio periodo romano da ministro, delle ottime persone che fanno parte di questa burocrazia. Che cercano anche di limitare gli ostacoli, che cercano di cambiare le cose nel senso di migliorarle. Poi ci sono altri che sono semplicemente fannulloni, ma prova a toccarli, perché se provi a toccarli poi sei tu sul banco degli accusati".
'Dobbiamo valorizzare la parte di burocrazia al servizio del Paese'
E per esempio - prosegue Elsa Fornero nel suo sfogo - quello che si faceva un tempo, che io ho cercato di modificare per quanto riguardava il mio ministero, di dare premi generalizzati. Per cui non si discrimina tra chi è bravo e lavora per fare andare bene le cose, e chi invece o semplicemente se ne frega oppure le fa proprio male perché magari risponde ad altri interessi.
Questa difficoltà di distinguere è un male vero - chiosa - quindi a noi non basta solo dire tagliamo tutto ciò che è di ostacolo, perché con l'acqua sporca si rischia di buttare via anche il bambino. Quindi noi dovremmo essere in grado di valorizzare quella parte di burocrazia che è al servizio del Paese e delle istituzioni, distinguendola da quella che invece è solo gramigna e che fa soltanto del danno. Non è proprio semplice", conclude.