Sergio Mattarella eletto per la seconda volta consecutiva presidente della Repubblica come Giorgio Napolitano. È questa l’ipotesi formulata da Francesco Storace in un post pubblicato sui suoi canali social. Secondo l’ex presidente della Regione Lazio, oggi giornalista, l’ipotesi di un Mattarella bis al Quirinale non sarebbe assolutamente da scartare, vista anche la poca affidabilità del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Secondo diversi retroscena, infatti, anche l’attuale premier aspirerebbe a conquistare il Colle, così come altre ‘riserve della Repubblica’ come Romano Prodi, Pierferdinando Casini e Massimo D’Alema.

Soluzioni tutte scartate da Storace, compresa quella di Silvio Berlusconi.

I nomi dei possibili successori di Sergio Mattarella

Non solo Mattarella dunque. Tra i diversi organi di stampa che si stanno divertendo in questi giorni a elencare i nomi dei possibili candidati alla corsa al Quirinale, in programma nel 2022, c’è anche il Corriere della Sera. In un retroscena firmato dal giornalista Francesco Verderami alcuni giorni fa, il quotidiano non esclude che gli attuali presidenti e vicepresidenti di Consiglio, Camera e Senato possano rientrare nel novero dei papabili quirinalizi. Ma il Corriere cita anche dei nomi precisi, come quello di Giuseppe Conte in quota M5S, oppure quelli di Romano Prodi, Massimo D’Alema e Pierferdinando Casini, appoggiati invece dal Pd.

Da non scartare anche il nome del fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi.

La ‘sindrome dei 101’ incombe sulla corsa al Quirinale

Ma la gara Politica per aggiudicarsi la candidatura alla presidenza della Repubblica è costellata di insidie e trabocchetti. È sempre il Corriere della Sera a ricordare la ormai famigerata “sindrome dei 101”.

Correva l’anno 2013, infatti, quando Romano Prodi avanzò ufficialmente la sua disponibilità, sostenuto apparentemente da tutto il Pd in maniera compatta. In quell’occasione i sospetti ricaddero sui parlamentari renziani. Circostanza che Matteo Renzi smentisce seccamente proprio sul quotidiano milanese. “Io non c’entro. Dei miei, allora, gli unici a non votare Prodi furono Nardella e Rughetti - si giustifica l’ex segretario dem - però anche stavolta l’elezione del capo dello Stato potrebbe sfuggire di mano, perché rispetto al passato mancherà un regista che guidi l’operazione”.

Storace punta su Mattarella

La teoria renziana della mancanza di un “regista” che diriga l’operazione Quirinale viene sposata anche da Francesco Storace. Secondo l’ex ‘colonnello’ di Gianfranco Fini ai tempi di Alleanza Nazionale, infatti, “non si vede chi possa unire le forze di maggioranza su un altro nome” diverso da quello di Sergio Mattarella. “Nel 2022 Mattarella avrà 81 anni ben portati. Ce lo terremo al Colle per altri sette anni per una ragione: di Conte non si fida nessuno - sentenzia Storace - a meno che il Centrodestra non decida finalmente di agire unitariamente”.