Il Coronavirus torna a spaventare il Veneto, una delle regioni italiane più colpite dalla diffusione del virus. A preoccupare è il nuovo focolaio scoperto in provincia di Vicenza, dove un imprenditore ha rifiutato di sottoporsi a cure e isolamento dopo essere tornato da un viaggio di lavoro in Bosnia dove avrebbe contratto il morbo. Cinque al momento le persone contagiate e più di 90 poste in isolamento domiciliare. Il presidente della Regione Luca Zaia invoca trattamento sanitario obbligatorio, ricovero coatto, denuncia e persino carcerazione per chi rifiuta le cure.

E annuncia l'arrivo di una nuova ordinanza più restrittiva sulle regole da rispettare. Il professor Andrea Crisanti dell'Università di Padova, però, lo bacchetta: "Non se la prenda con i cittadini".

Nuovo focolaio di coronavirus nel Vicentino

Come appena accennato, dunque, il nuovo focolaio scoperto in provincia di Vicenza preoccupa e non poco le autorità politiche e sanitarie della Regione guidata dal leghista Luca Zaia. L'indice Rt regionale, infatti, è passato da 0,43 a 1,63, il più alto d'Italia. Secondo quanto ricostruito, un imprenditore avrebbe contratto il coronavirus durante una cena avvenuta in Bosnia il 26 giugno scorso. Tornato in Italia, avrebbe partecipato a diverse manifestazioni pubbliche, come una cena ed un funerale.

Una volta recatosi in ospedale e scoperto di essere positivo, l'uomo avrebbe però rifiutato il ricovero e persino l'isolamento domiciliare, incontrando altre persone pur essendo consapevole di avere il coronavirus.

La reazione di Luca Zaia: 'Carcerazione e ricovero coatto'

Un atteggiamento che manda su tutte le furie il governatore Zaia il quale, nel corso di una conferenza stampa, dichiara sconfortato che "se questo è il sistema di gestire la positività e la sintomatologia, dopo quattro mesi di coronavirus allargo le braccia".

Zaia attacca affermando che, se dipendesse da lui, "di fronte a certi comportamenti prevederei la carcerazione". Zaia bolla anche come ridicola la multa da mille euro prevista per chi si sottrae all'isolamento domiciliare. Molto più efficace, a suo modo di vedere, sarebbe il "ricovero coatto" con annessa "denuncia" in caso di mancato rispetto.

Zaia parla di "fatto gravissimo" e promette un inasprimento dell'attuale ordinanza sul coronavirus per contrastare i "comportamenti irresponsabili di qualcuno".

Coronavirus, Crisanti bacchetta Zaia

La posizione di Zaia viene però criticata da Andrea Crisanti, professore di microbiologia all'Università di Padova e stretto collaboratore del governatore del Veneto, almeno durante la prima fase dell'emergenza coronavirus. "Davvero non vorrei polemizzare, prima avevo un rapporto privilegiato con Zaia, ora non è più così e lui si rivolge ad altri", premette Crisanti intervistato dal quotidiano La Stampa. Ma poi polemizza lo stesso. Sul ricovero coatto invocato dal governatore, Crisanti ha le idee chiare.

"Mi pare sia un'istituzione prevista solo per i malati psichiatrici e attivabile dai comuni, dunque non dipenderebbe nemmeno da lui", boccia seccamente la proposta. Secondo il microbiologo, comunque, la crescita dei contagi da coronavirus "era prevedibile", visto che "da aprile ripeto che bisogna dire la verità ai cittadini. Se si racconta che il virus è sparito le persone abbassano l'attenzione". Insomma, conclude Crisanti, Zaia "più che arrabbiarsi con i veneti dovrebbe prendersela con i tecnici che gli stanno vicino".