Così come già accaduto nelle ultime domeniche, a partire dal 9 agosto, anche il 13 settembre decine di migliaia di persone si sono riversate nelle piazze di Minsk per protestare contro la rielezione, ritenuta fraudolenta, del presidente Alexandre Loukachenko. Anche in questa occasione le autorità bielorusse hanno imposto alle compagnie telefoniche di ridurre i loro servizi nella capitale, rendendo per gli attivisti difficile organizzarsi, limitando la loro capacità di coordinamento e di condivisione di informazioni. Tuttavia il dato nuovo è l’inserimento dell’impresa americana Sandvine che, secondo l’agenzia Bloomberg, avrebbe fornito alle autorità governative bielorusse gli strumenti digitali utili a compiere la censura dei siti di informazione collegati all'opposizione presidenziale.
Taglio delle telecomunicazioni
I blocchi telematici intrapresi dallo stato bielorusso, per arginare lo scambio di informazioni tra i rivoltosi, si sono reiterati anche in occasione dell’ultima giornata di manifestazioni, domenica 13 settembre, senza che vi sia stata più la volontà di nasconderli. Infatti, il gruppo di telecomunicazioni A1, che dispone in Bielorussia di un bacino di utenza molto elevato (4,9 milioni di clienti), ha confermato, sul proprio portale online, di aver eseguito un ordine dettato dal governo guidato da Loukachenko, proprio per evitare critiche di connivenza con lo stato bielorusso: "Seguendo gli ordini delle autorità competenti, l’uso della rete internet è stato ridotto sul territorio di Minsk il 13 settembre".
Oltre alle consuete riduzioni della connettività in Bielorussia si sta attuando, nell’ultimo mese, un’opera di oscuramento di alcuni siti internet, grazie all’utilizzo di DPI (Deep Packet Inspection), una sorta di sistema di filtraggio che controlla in dettaglio i dati che vengono trasmessi tra i vari dispositivi, alla ricerca di contenuti non aderenti ad alcuni criteri.
Un sistema il quale, oltre che come strumento di difesa contro attacchi informatici, viene spesso utilizzato per oscurare determinati siti internet, ritenuti illegali dalle autorità.
U.S.-based Sandvine is hearing criticism from Congress — and its own employees — after technology it provided to Belarus was used to block much of the internet during nationwide protests last month https://t.co/TXPReRmB0c
— Bloomberg (@business) September 11, 2020
Coinvolgimento straniero
L’agenzia americana Bloomberg ha annunciato sul suo sito, venerdì 11 settembre, di essere in possesso di informazioni circa il coinvolgimento della società americana Sandvine (che si occupa di sicurezza della rete), che avrebbe fornito, al governo bielorusso, la tecnologia necessaria per realizzare questa soluzione oscurantista.
Preoccupati dalle ripercussioni di questa inchiesta, i direttori di Sandvine hanno dichiarato, martedì 15 settembre, in un comunicato trasmesso a Bloomberg, di aver ufficialmente terminato i rapporti lavorativi col governo di Loukachenko, dichiarando come l’utilizzo fatto dal governo bielorusso degli strumenti informatici messi a loro disposizione possa rientrare nella categoria di “violazione di diritti umani”. Tuttavia Sandvine ha precisato che, pur non fornendo più a Minsk gli aggiornamenti necessari al corretto funzionamento di questi strumenti, essi continueranno a essere a disposizione del governo bielorusso.