L’ipotesi di un nuovo lockdown, o quantomeno di un coprifuoco valido in tutta Italia, sarebbe già allo studio del governo Conte. A riferirlo è il Corriere della Sera con un pezzo scritto a quattro mani dalle giornaliste Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni. A detta del quotidiano lombardo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i suoi ministri si sarebbero dati una settimana di tempo per decidere quali soluzioni adottare. Ma se i contagi da Coronavirus non dovessero calare, sembra quasi certa l’imposizione di un lockdown, o in alternativa di un coprifuoco dalle ore 9 di sera.

Le anticipazioni del Corriere della Sera sul possibile lockdown

Nel pezzo di Sarzanini e Guerzoni, pubblicato venerdì 23 ottobre, il Corriere della Sera informa dell’intenzione del governo Conte di adottare provvedimenti restrittivi anti coronavirus ancora più duri se la curva dei contagi non dovesse piegarsi verso il basso nei prossimi giorni. A Palazzo Chigi si sarebbero dati una scadenza ben precisa: sette giorni. Al termine di questo breve periodo, dunque, si potrebbe decidere di imporre un nuovo lockdown generalizzato, oppure un più ‘morbido’ coprifuoco notturno. Il quotidiano aggiunge anche che proprio oggi è fissato un incontro tra Palazzo Chigi e Regioni allo scopo di “concordare altre chiusure”.

Conte ‘costretto ad imporre’ coprifuoco o lockdown

Per prima cosa bisognerà verificare se, nel corso di una settimana, i provvedimenti adottati nei giorni scorsi con l’ultimo Dpcm riusciranno a produrre “effetti positivi” sul numero dei contagi. Ma in caso contrario, avverte il Corriere, Giuseppe Conte “potrebbe vedersi costretto ad imporre il coprifuoco in tutta Italia” firmando un nuovo Dpcm.

Oppure, in caso di emergenza, ricorrere ad un nuovo lockdown, consentendo agli italiani di uscire dalle proprie abitazioni “soltanto per andare a scuola o al lavoro”. Un lockdown in piena regola, insomma, come quello già in vigore nella primavera scorsa.

L’elenco delle attività considerate non essenziali

La decisione sul nuovo lockdown dipenderà, ovviamente, dall’andamento della curva dei contagi e dal numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali.

Pronto, secondo le indiscrezioni, anche un elenco delle attività considerate “non essenziali” a cui potrebbe essere presto imposto uno stop forzato (ad esempio palestre, piscine e sale gioco). Ma novità sono previste anche sulla possibilità per i medici di famiglia di effettuare visite più approfondite su patologie diverse dal coronavirus e sulla disponibilità dei test rapidi nelle farmacie. Da non escludere, infine, che già nelle prossime ore i governatori delle regioni possano concordare un divieto di spostamento interregionale.