Il 29 ottobre Vittorio Sgarbi è stato nuovamente espulso dalla Camera dei Deputati e portato via di peso dai commessi, per essersi rifiutato d'indossare la mascherina obbligatoria per contenere la diffusione del coronavirus, durante la discussione sul decreto Zan sull'omofobia. "Sia chiaro: lo faccio per tenere allenati i commessi", ha dichiarato ironicamente il critico d'arte su Twitter, in seguito all'accaduto.

Sgarbi insulta Roberto Fico

La seduta si è aperta con la commemorazione di Jole Santelli, la governatrice della Calabria deceduta il 15 ottobre, e Sgarbi ha cominciato il suo discorso spostando la mascherina per prender parola.

Quando il Presidente Fico l'ha invitato a posizionare correttamente il dispositivo di protezione, il deputato ha ribadito: "Non riesco a parlare, ho il certificato". Lo scenario si è ripetuto infatti a distanza di una settimana dallo screzio precedente, in cui Vittorio Sgarbi aveva asserito di non poter indossare la mascherina per motivi di salute, fornendo un regolare certificato medico. Ma stavolta Fico ha insistito, specificando che quest'ultimo non prevedeva di poterla mettere solo sul naso, lasciando la bocca scoperta. Sgarbi ha attaccato la terza carica dello Stato apostrofandolo come "fascista".

Il momento dell'espulsione dalla Camera

Successivamente, durante un'animata discussione in merito alla legge contro l'omofobia, Sgarbi ha gridato senza la mascherina e stavolta è stata la vicepresidente Maria Edera Spadoni a richiamarlo nuovamente, senza alcun esito.

Dopo l'ennesimo rifiuto, Spadoni si è dunque vista costretta a espellere il deputato, mentre lui si ostinava a non lasciare la seduta. In quel momento, i deputati della Lega sono intervenuti per fare da scudo al critico d'arte, creando un assembramento al centro dell'Emiciclo. Si è rivelato necessario l'intervento dei commessi per riportare l'ordine nell'Aula e accompagnare di peso fuori Sgarbi, che nel frattempo era ancora senza mascherina.

I lavori sono stati sospesi per cinque minuti, dopo i quali il clima non si è affatto rasserenato. Infatti, il deputato di Leu Erasmo Palazzotto ha polemizzato sull'accaduto, dichiarando di non voler più continuare a lavorare "senza le dovute condizioni di sicurezza", riferendosi agli assembramenti che si sarebbero creati nell'Aula e al rifiuto di Sgarbi nell'indossare la mascherina.