Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha rilasciato un'intervista a La Stampa - pubblicata domenica 15 novembre - incentrata sull'andamento della curva epidemiologica da Coronavirus. "Aspetterei qualche giorno per dire che il picco della seconda ondata è stato toccato", ha dichiarato Sileri. Sull'ipotesi della chiusura totale invocata da alcuni presidenti regionali, il viceministro ha asserito: "Se i dati ci costringessero a rendere tutte le regioni rosse, di fatto si arriverebbe a un lockdown nazionale".

Le previsioni di Sileri sul Natale

Il viceministro della Salute sostiene che le festività natalizie saranno di sicuro vissute in un clima d'emergenza. Lo stesso ha rivelato di non potersi sbilanciare più di tanto sulle misure che verranno adottate sotto le Feste: "Dobbiamo vedere l'andamento dell'epidemia". Al momento Pierpaolo Sileri si è detto "fiducioso" che il numero dei contagi sia in calo, anche per via delle norme anticontagio al momento in vigore. Secondo il viceministro, la scelta Politica di istituire oggi un lockdown nazionale rappresenterebbe una "sconfitta per tutti": "Non possiamo seguire il malumore degli scontenti ma andare oltre e guardare ai dati".

Il viceministro sull'emergenza in Campania

Pierpaolo Sileri ha affermato di essersi recato all'ospedale Caldarelli di Napoli qualche giorno fa, trovandosi dinanzi ad un quadro davvero complesso. "C'è una condizione di oggettivo stress del sistema sanitario campano", ha commentato, sottolineando che anche i dati dimostrerebbero lo stato emergenziale e il sovraccarico degli ospedali in questa regione.

Dal 15 novembre infatti, la Campania è diventata zona rossa, ma sulla base delle dichiarazioni di Sileri questa decisione non sarebbe stata dovuta né alla vicenda dell'uomo trovato in fin di vita nei bagni del Cardarelli, né tantomeno allo scontento del governatore Vincenzo De Luca, il quale ha accusato il governo di "sciacallaggio".

Sileri sulla trasparenza dell'algoritmo dei 21 parametri

Il viceministro della Salute ha spiegato poi che gli indicatori secondo cui vengono attribuiti i colori alle regioni seguono un "meccanismo complesso, ma noto dallo scorso mese di aprile". Sileri si è detto "per la massima trasparenza" di tutti i passaggi e nel contempo ha fatto una precisazione: il colore rosso non significa una bocciatura o una penalizzazione, bensì è un modo per preservare l'economia di una regione tutelando in primis la salute dei cittadini. Il viceministro sostiene come i piani regionali per far fronte alla seconda ondata di contagi stiano ottenendo i risultati sperati in alcune regioni, come il Veneto e l'Emilia Romagna, meno in altre come la Calabria dove la situazione di partenza era più complessa.