Duro scambio di battute tra Matteo Renzi e l’inviato di Report. La trasmissione di approfondimento, in onda tutti i lunedì sera su Rai 3, stavolta si occupa del caso Alitalia, la ex compagnia di bandiera italiana che il governo Conte ha deciso di provare a salvare stanziando tre miliardi di euro. Ma la crisi di Alitalia prosegue da anni, anche durante il governo presieduto da Renzi tra il 2014 e il 2016. In quel periodo era emerso il presunto scandalo dell’acquisto ad un prezzo fuori mercato dell’aereo di Stato italiano, il cosiddetto Air Force Renzi, dalla compagnia Etihad degli Emirati Arabi Uniti.

Accuse sempre rispedite al mittente dal leader di Italia Viva che, stavolta, perde la pazienza di fronte al giornalista: ‘Lei deve studiare’.

Report intervista Matteo Renzi

“Ha firmato lei il decreto Golden Power su Alitalia?”, domanda l’inviato di Report a Matteo Renzi. “È il Consiglio dei ministri che lo ha approvato - replica l’ex premier - lei dovrebbe studiare però. Il presidente del Consiglio in Italia firma tutti gli atti e le leggi. Si chiama controfirma. Mi può rispondere alla domanda? Non la sa, bisogna che studi, lei deve studiare”. Poi, fa per andarsene e si mette a discutere con un’altra persona. “Quindi non avete controllato bene”, lo incalza però il giornalista. “Bisognerebbe fare un corso di formazione ai giornalisti che non conoscono le cose e pretendono di fare domande”, si stizzisce allora Renzi.

L’ironia del giornalista: ‘Allacciate le cinture perché precipitava’

“Alitalia ha dato il peggio di sé per colpa della politica, dobbiamo aggiungere anche lei in questa lista del peggio, visto come è andata? Visto che dopo due anni e mezzo porta i libri in tribunale?”, prosegue con le sue domande l’inviato di Report. “E cosa c’entra il mio governo?”, prova a difendersi il senatore di Iv.

“Lei era lo sponsor politico di quell’accordo”, afferma il giornalista. “Il governo Letta aveva individuato nella partnership con un’azienda di Abu Dhabi, che si chiamava Etihad, la partneship ideale a suo avviso per Alitalia - spiega allora Renzi - a me sembrava una scelta giusta. Io ho cercato di sostenerla per quanto è stato possibile.

Purtroppo non è stata la scelta corretta”. Ma il collaboratore di Sigfrido Ranucci insiste: “Sembra quasi che si è trovato lì per caso. Lei fece questa grande presentazione in grande stile, ‘allacciate le cinture’, ci credeva. ‘Allacciate le cinture’ perché precipitava”, ironizza.

Matteo Renzi: ‘Se fa monologo gira la telecamera e si fa un selfie’

“Certo che ci credevo - perde allora la pazienza Renzi - ma se lei fa delle battute, le rispondo con delle battute. Se lei guarda ai fatti, i fatti sono quelli che le ho raccontato. Lei sta facendo un’intervista o sta facendo un monologo? Se fa il monologo lo può fare da solo, gira la telecamera e si fa un selfie. Lei mi deve dire quali atti abbiamo fatto noi come governo per scegliere Etihad o per intervenire e incidere sulla vicenda Alitalia: nessuno”.

Il giornalista parla di “pressioni”. Termine che fa infuriare l’ex premier. “Pressioni? Quali pressioni? Fare pressioni è un reato, lo sa lei? Ma di cosa parla? Ma perché parla con parole che non sono corrette?”. L’intervistatore gli ricorda le chiamate a Luca Cordero di Montezemolo. “Chiamare Montezemolo? Lui viene individuato da Etihad - si schermisce allora Renzi - la vicenda dell’aereo di Stato è uno dei più grandi e incredibili casi di disinformazione. Non trova mai il mio nome in questa vicenda, semplicemente per il fatto che in quel momento stavo guidando il Paese, non mi preoccupavo degli appalti. L’aereo di Stato serve al Paese. Conte e Di Maio fanno i viaggi con lo stesso aereo mio. Dopodiché, se ci sono stati degli errori nella gestione del dossier, chi ha sbagliato deve pagare. Sono dei buffoni populisti quelli che dicono che l’aereo di Stato non serve”, conclude.