Dicembre è arrivato. Il 4 dovrà entrare in vigore un nuovo Dpcm anti-coronavirus, quello in atto è partito il 6 novembre e vedrà cessare la propria efficacia il 3. A livello politico si stanno, perciò, serrando le fila relativamente agli ultimi dettagli da mettere a punto per definire le norme a cui bisognerà sottostare per evitare che la curva torni ad impennarsi dopo gli ultimi segnali incoraggianti. La notizia è che sembra prevalere la linea rigorista e pertanto si andrà incontro a disposizioni che non regaleranno particolari allentamenti, se non per facilitare lo shopping.

La direzione intrapresa, tra l’altro, sembra ormai inequivocabile: si va verso lo stop agli spostamenti tra una regione e l’altra nel periodo natalizio. Anche se ci si muove tra regioni gialle, per le quali le norme, in teoria, non prevedrebbero alcun tipo di limitazione alla mobilità. Dal 20 dicembre al 10 gennaio potrebbe esserci una maggiore livello di allerta e dunque di regole.

Ma non è tutto. Sembra, infatti, che se i centri commerciali potranno riaprire nel fine settimana in previsione dello shopping natalizio, non ci sarebbero invece all’orizzonte significative variazioni nelle limitazioni per bar e ristoranti. Anche nelle zone gialle.

Dpcm dicembre: tripartizione mantenuta, si spera tutta Italia gialla

La tripartizione del Paese in tre zone sarà mantenuta. Almeno a livello teorico, poiché si stima che il trend dell’epidemia possa presto portare una larghissima fetta del Paese ad essere inglobata tra le aree con il minor livello di rischio tra quelli esistenti: il giallo.

In sostanza chi ha un’attività di ristorazione per tornare ad operare in loco deve sperare che il proprio territorio ricada in quella sfera, abbandonando il grado arancione e rosso dove l’unica possibilità di lavorare è l’asporto o la consegna a domicilio.

Sembra cadere nel vuoto l’ipotesi che era stata avanzata, secondo cui sarebbero potuti restare aperti anche a sera. Salvo novità, dovrebbero mantenersi chiusi tutto il giorno anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno.

Dal 20 dicembre al 10 gennaio si va verso normative ad hoc che segneranno i principali cambiamenti rispetto al Dpcm attualmente in vigore.

Si tratterà di regole che mirano a far si che le festività natalizie non si rivelino dannose come quelle estive.

Allentamento sui centri commerciali, serrata sugli spostamenti

L'unica vera apertura sarà rappresentata dai centro commerciali che potranno restare aperti nel fine settimana. Probabile che si decida per precise norme di contingentazione degli ingressi. Come tutti i negozi potranno restare aperti fino alle 21.

Volendo parlare di una misura simbolica e in grado di racchiudere l'approccio del governo alle restrizioni, si può menzionare il coprifuoco. Dalle 22 alle 6 e non ci saranno eccezioni neanche per Natale e Capodanno.

Chi vuole raggiungere le seconde case dovrà farlo solo se abita nella stessa regione, se questa è gialla.

Si tratta di un provvedimento che si inquadra in ambito più ampio di restrizioni finalizzato a contenere la mobilità. Ad esempio chi va all'estero dal 20 dicembre, dovrà stare in quarantena. Chi lo farà prima dovrà, invece, sottoporsi a tampone per scongiurare l'obbligo.

Nella settimana di Natale diventerà, perciò, vietato spostarsi da una regione all'altra, con l'eccezione del rientro in residenza o domicilio.

Resteranno, invece, totalmente inattivi altri settori. Ad esempio le piste da sci e gli hotel di montagna durante le festività.

Non potendo, inoltre, dare regole per i comportamenti casalinghi, sarà fortemente raccomandato passare le feste unicamente con i conviventi. Quasi superfluo mettere in evidenza il divieto assoluto di creare assembramenti organizzati nei locali o nelle piazze.

Non caso ai sindaci darà delegata la possibilità di chiusura di strade e piazze.

Le messe di Natale saranno celebrate regolarmente sia il 24 che il 25. Resta l'incognita relativa all'orario della messa della vigilia.

Cinema e teatri resteranno chiusi.