Rispettare le regole del nuovo Dpcm è un dovere civico. Un obbligo che per i cittadini è anche e soprattutto morale alla luce dei rischi esistenti per la salute pubblica. Tuttavia, non violare le norme nel decreto in vigore dal 4 dicembre equivale anche a non incorrere in sanzioni che possono anche essere pesanti. Andando a spulciare, però, i testi delle disposizioni ufficiali ci si accorge che violare le regole in auto è sinonimo di pene più severe. E attenzione perché, negli ultimi giorni, è emerso che il governo dovrà correggere l'ultimo decreto, sulla base del fatto che ci sono criticità tecniche che, di fatto, renderebbero eventuali violazioni dei divieto di spostamento nel periodo natalizio non sanzionabili.
Dpcm e sanzioni, governo dovrebbe correggere passaggio su misure nazionali
Prima di capire perché infrangere le regole del Dpcm in auto è più grave che farlo in altre circostanze, occorre individuare quella che sembra un'anomalia derivante dal testo del Dpcm.
Il governo, a stretto giro di posta, potrebbe infatti intervenire per normare con un'integrazione quella che è una criticità segnalata da diversi media.
Tutte le sanzioni in teoria sono comminate in base a quello che è il decreto legge 2019 del marzo 2020. Il Dpcm in vigore dal 4 dicembre prevede, a partire dal 21 gennaio, divieti di spostamento a carattere nazionale sulla mobilità interregionale.
Quello che fa saltare il banco è che questo Dpcm deroga al numero 33, testo in cui le limitazioni riguardavano unicamente precise aree del paese che fossero inquadrate attraverso la lente del rischio epidemiologico.
In sostanza le sanzioni dal 21 dicembre non sarebbero applicabili poiché si sono configurati nuovi divieti a respiro nazionale e senza gli stessi riferimenti al quadro epidemiologico di un territorio.
Occorre precisare che, in teoria, violare il divieto nazionale di mobilità interregionale nel periodo festivo (21 dicembre - 6 gennaio) potrebbe portare ad andare oltre i limiti tracciati dall'articolo 650 del Codice Penale.
Si arriverebbe perciò a misure come l'arresto per tre mesi e poco più di 200 euro di ammenta. Un'idea che, naturalmente, si farebbe fatica ad applicare arrivando ad equiparare una regola violata ad un reato. Tuttavia, si attende di capire se, prima del 21, si arriverà a correggere quella che sembra una mancanza.
Nuovo Dpcm: le regole sono ormai note
In zona arancione non si può uscire dal proprio comune se non per motivi di lavoro, salute o stringente necessità. Non si può nemmeno entrare nelle Regioni sottoposte al regolamento cromatico intermedio. Così come è assodato che dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà concedere movimenti interregionali su tutto il territorio nazionale senza motivazioni ritenute valide dal Dpcm e allo stesso modo non si potrà uscire dai confini comunali nei giorni di Natale, Santo Stefano o Capodanno. Non tutti, però, sanno cosa accade nel momento in cui si arriva all'individuazione di una trasgressione.
Andare in auto comporta rischi sanzionatori aggiuntivi
In attesa di caprie cosa accadrà a partire dal 21 dicembre e se ci sarà un chiarimento sull'applicabilità delle sanzioni, si può spiegare cosa accade nel momento in cui si va oltre le regole.
Disattendere le imposizioni derivanti dalle misure di contenimento, equivale ad esporsi ad una sanzione pecuniaria che può oscillare tra i 400 ed i 3000 euro. Esiste la possibilità di arrivare ad una riduzione dell'importo provvedendo a saldare l'ammenda entro cinque giorni da quando viene comminata. A quanto pare, però, diventa un aggravante se le violazioni avvengono in auto. Andando a spulciare il citato decreto legge 19 è presente un passaggio chiaro all'articolo 4 comma 1: "Se il mancato rispetto delle predette misure avviene mediante l'utilizzo di un veicolo le sanzioni sono aumentate di un terzo". In sostanza andare a trovare un amico quando non si può con il proprio mezzo comporta una pena pecuniaria superiore.
Avere un'autocertificazione di spostamento con motivi ritenuti plausibili dalle norme in essere, ovviamente, permette di evitare la multa. Non bisogna dimenticare che le dichiarazioni potranno essere controllate, anche in un secondo momento, dalle forze dell'ordine e dichiarazioni false costituirebbero reati.