L'ipotesi di modifica del nuovo Dpcm pare destinata a non avere sviluppi. La pressione di alcune componenti, tra cui quella di certi governatori, sembra aver trovato un muro invalicabile nella linea rigorista adottata dal governo sugli spostamenti. Nei giorni scorsi si era ipotizzato che si potesse riuscire ad avere quantomeno un allentamento delle limitazioni per i giorni di Natale, Capodanno e Santo Stefano.
Ipotesi di modifica Dpcm verso il rigetto
Per quei giorni si immagina un'Italia interamente gialla grazie ai buoni segnali provenienti dalla situazione del contagio da coronavirus, ma nonostante il minimo livello di rischio esistente saranno messe in campo restrizioni aggiuntive.
Dal 21 al 6 gennaio non si potrà varcare i confini delle regioni se non per motivi previsti dal Dpcm.Ma soprattutto il 25 e 26 dicembre, così come l'1 gennaio, non sarà possibile spostarsi da un comune all'altro. La posizione del governo è stata espressa dal ministro della Salute Roberto Speranza nel corso della trasmissione condotta da Giovanni Floris DiMartedì, in onda su La7.
L'esponente dell'esecutivo ha tenuto a precisare che che la disposizione messa in campo per i giorni di festa e la mobilità intercomunale non è una novità. "Questa norma - ha precisato - sui comuni è già vigente in una parte molto larga del paese. In tutte le aree arancioni non si può uscire, da un mese a questa parte, dai comuni in cui si vive, se non in determinate condizioni".
"Il messaggio di fondo - ha precisato - è sempre lo stesso: in questa fase non possiamo permetterci spostamenti che non siano indispensabili. Il messaggio del governo vuole essere questo. Nei giorni più caldi e con più rischio che salga la mobilità chiediamo un sacrificio alle persone".
25-26 dicembre e 1 gennaio: il Dpcm parla chiaro
Chi contesta i divieti dei giorni festivi pone l'esempio di famiglie che risultano spaccate tra comuni spesso piccoli e molto vicini, confrontandole con realtà metropolitane, di fatto equiparate ai paesini.
Occorre, però, precisare che nel decreto esiste anche la forte raccomandazione a non ricevere in casa persone che non siano conviventi.
"Spiamo consapevoli - ha proseguito Speranza - che è la richiesta di un sacrificio. Siamo consapevoli che non è la stessa cosa quel sacrificio a Roma o in un piccolo paese".
Chiamato a rispondere sulla possibilità di nuove deroghe è chiaro: "Le norme sono queste e restano queste. Gli spostamenti sono sempre consentiti per ragioni fondamentali: lavoro, salute e stato di necessità".
Dpcm: festività natalizie considerate a rischio
Speranza ha, inoltre, precisato come assistere una persona anziana o non autosufficiente al di fuori dei confini comunali rientri nelle possibili necessità specificabili dai cittadini nell'autocertificazione. "Attenzione, la situazione - ha incalzato Speranza - è ancora molto seria: evitiamo tutti gli spostamenti che non sono indispensabili.
Ogni volta che è possibile: stare a casa. Siamo ancora dentro questa epidemia. Non ci siamo fuori".
Sembra, al momento, remota l'ipotesi che il decreto legge venga modificato. La posizione del governo, inoltre, è ormai chiara. Le norme messe in campo, nei giorni di festa ma anche nel periodo 21 dicembre - 6 gennaio, vengono ritenute di fondamentale importanza ai fini del contenimento del contagio. Tuttavia, stando a quanto segnala il Corriere della Sera, c'è la possibilità che prima del 7 gennaio venga firmato un nuovo Dpcm.
Il sospetto viene poiché si tratta della data in cui potrebbero essere necessarie regole finalizzate a regolamentare il rientro a scuola, ma soprattutto basate su quella che sarà la situazione epidemiologica tra quasi un mese. Questo farebbe si che l'attuale Dpcm cesserebbe la propria efficacia prima del 15 del primo mese del nuovo anno, quando è programmata la sua scadenza ufficiale.