Si sa ormai quasi tutto di ciò che sarà contenuto nel prossimo Dpcm. Manca qualche sfumatura legata a precise deroghe sugli spostamenti o punto di incontro da trovare tra le parti su alcuni temi, ma si è ormai vicini a partorire il complesso di norme che entrerà in vigore a partire dal prossimo 4 dicembre. Il dato di fatto è che si punterà a fare in modo che il Natale non diventi il pretesto per un "liberi tutti".

Per capire ciò che accadrà a partire dallo scadere della valenza dell'attuale Dpcm (in vigore dal 6 novembre) occorre procedere per gradi.

Sì, perché sarà mantenuta la divisione per zone del Paese e buona parte delle norme mutuate dal presente decreto dovrebbero essere mantenute, senza sconti ed in nome di una linea rigorista. Con l'eccezione di qualche divieto legato agli spostamenti nel periodo natalizio anche nelle regioni gialle.

Provando ad abbozzare la precisa evoluzione delle cose si può immaginare una roadmap temporale caratterizzata da tre date chiave. Una è quella dell'11 dicembre in cui alcune regioni potrebbero cambiare la propria fascia di appartenenza, l'altra è il 21 dicembre dove dovrebbero entrare in vigore restrizioni ad hoc per il periodo natalizio e poi quella del 15 gennaio quando, forse con un nuovo Dpcm, si potrebbe assistere a nuovi allentamenti, qualora i contagi siano continuati a calare anche nel periodo natalizio.

11 dicembre valutazione su alcune zone arancioni

Zone rosse e zone arancioni continueranno a vedere vietate le attività in loco dei servizi di ristorazione. Pur senza allentamenti (salvo sorprese) potranno restare aperte in zona gialla fino alle 18. Ed ecco perché la prima scadenza dell'11 dicembre potrebbe diventare cruciale per aree come Lombardia, Piemonte, Puglia ed Emilia Romagna, le quali potrebbero diventare gialle in quella data.

Anche altre potrebbero conoscere una variazione cromatica positiva.

Occorre ricordare che ove bar, ristoranti e attività simili sono costrette a restare chiuse, queste possono continuare ad operare con asporto e consegna a domicilio. Dopo una lunga discussione, si sta ipotizzando che possano operare in loco anche a Natale, Santo Stefano e forse Capodanno.

L'idea è che le attività di ristorazione potrebbero consentire pranzi con regole più ferree rispetto a quelle che si avrebbero a casa.

Dpcm: 21 dicembre, la data della stretta di Natale

L'altra data è quella del 21 dicembre. Dovrebbe trattarsi della scadenza oltre la quale non si potrà facilmente muoversi da una regione all'altra, anche ove lo spostamento riguardasse due aree del Paese di colore giallo. Questo provvedimento avrà deroghe che sono in fase di trattazione, e dovrebbe restare attive quantomeno fino a dopo l'Epifania. In questa fase, inoltre, sarà disposto l'obbligo di quarantena per chi rientra dall'estero. L'indicazione sarà quella di fare pranzi e cenoni con i conviventi. Anche perché sia a Natale che a Capodanno sarà mantenuto il coprifuoco dalle 22 alle 6.

Il divieto di circolare non sarà mai interrotto per tutto il periodo.

I centri commerciali potranno restare aperti anche nei weekend e nei pre-festivi prima del 20 dicembre. Serrata per loro, invece, durante le festività. I negozi potranno restare aperti fino alle 21.

L'ultima data cruciale è quella del 15 gennaio. Si tratta di una scadenza in cui si potranno valutare gli effetti delle vacanze natalizie sulla curva epidemiologica. Qualora non dovessero registrarsi segnali negativi o addirittura palesarsi miglioramenti si potrà anche immaginare che si possa arrivare a nuove valutazioni ed anche capire se ci siano i margini per degli allentamenti nelle zone dove l'epidemia è sotto controllo. Occorre, inoltre, valutare se la scadenza del nuovo Dpcm corrisponderà con la metà di gennaio.