C’è una nuova variante di coronavirus. È stata rintracciata in Inghilterra e avrebbe la caratteristica di diffondersi con maggiore rapidità rispetto al virus che nel 2020 ha seminato morte in tutto il mondo. Questo sta generando una serie di provvedimenti dei vari governi, finalizzati a limitare i punti di contatto tra il Regno Unito e le altre nazioni europee, in attesa che si faccia luce sulla vicenda con rilevazioni fatte dagli scienziati. A provare a gettare un po’ di acqua sul fuoco dei facili allarmismi è Matteo Bassetti. L’infettivologo del San Martino di Genova ha messo in evidenza sul suo profilo Facebook come, al momento, non ci sarebbero i margini per immaginare che la novità possa, in qualche modo, mettere in discussione l’efficacia dei vaccini pronti ad essere distribuiti e somministrati.

Variante Covid in Inghilterra: si è espressa anche l’Oms

La nuova variante del Covid-19 si starebbe rapidamente diffondendo nel Sud-Est dell'Inghilterra e se ne sarebbe trovata traccia anche in paesi come Danimarca, Olanda ed Australia. La notizia ha trovato conferme anche in autorevoli fonti istituzionali. Ad esempio Maria Van Kerkhove, in qualità di esponente dell'OMS, ha evidenziato che l'individuazione della sequenza del genoma permetterà agli scienziati di delineare in maniera più netta le caratteristiche di questa nuova forma di coronavirus. La situazione, come effetto domino, ha avuto come conseguenza l'interruzione dei voli per il Regno Unito da paesi come Olanda e Belgio, a cui nelle ultime ore si è unita anche l'Italia.

Nuova variante coronavirus: Bassetti spiega la situazione

Una valutazione sommaria darebbe facilmente luogo ad allarmismo. Il rischio è che si immagini ad uno scenario dove tutti i progressi fatti fino ad ora siano in qualche modo messi in discussione da una mutazione in grado di sparigliare le carte nella partita contro il virus.

“Sembra - ha spiegato Matteo Bassetti - più contagioso ovvero che si trasmette più facilmente da un individuo all'altro, ma non più aggressivo o letali”

“Ci sono state - ha evidenziato - 17 mutazioni, la più significativa delle quali è la N501Y nella proteina spike che il virus usa per attaccarsi alle cellule umane. Questa mutazione come già detto lo renderebbe più facilmente diffusibile”.

Il dubbio che potrebbe nascere è che gli agognati vaccini, destinati ad essere somministrati nel 2021, possano in qualche modo vedere la loro efficacia abbassata da un’eventuale larga diffusione di una variante del virus.

Non la vede così uno come Matteo Bassetti che ha i titoli per fornire una spiegazione scientifica. “I vaccini già approvati - ha precisato - o ancora in studio funzioneranno lo stesso in quanto i vaccini fanno produrre al nostro corpo anticorpi contro molte parti della proteina spike e la mutazione descritta riguarda solamente una piccola parte”.

E a chiosa del suo intervento c’è un’esortazione abbasta eloquente: “Quindi no panic”.