"Io sono qua che li piango tutti". Matteo Bassetti parte da questo presupposto nell'esternare il suo pensiero sui morti da Coronavirus da ospite della trasmissione L'aria che tira di La7. Tuttavia, l'infettivologo del San Martino di Genova, come spesso gli accade, non si ferma all'esternazione del dispiacere, ma prova ad analizzare una situazione che oggi vede l'Italia ai primi posti nel mondo per incidenza della Covid sulle morti censite. Un dato che, secondo Matteo Bassetti, va rintracciato anche in alcune caratteristiche del sistema sanitario.

A partire dal pregio di riuscire a tenere alta l'aspettativa di vita del Paese, con il rovescio della medaglia rappresentato dall'avere tante persone che proseguono la loro esistenza con qualche acciacco che diventa letale nel momento in cui si subisce l'aggressione di infezioni come quelle da Sars-Cov2. Tuttavia, il medico segnala come qualcosa si potesse fare, provando a metterli al sicuro.

Bassetti a L'aria che tira spiega il suo punto di vista sui morti

Bassetti non sembra sorpreso dal fatto che, in questa fase, nonostante il calo dei contagi, il dato dei morti sia particolarmente alto. "Sono settimane - evidenzia - che diciamo che dal momento in cui si stabilizzeranno i contagi e avremo meno ospedalizzazioni ci vogliono almeno tre settimane per vedere una riduzione dei decessi".

In tanti in questi giorni provano a capire perché l'Italia debba fare i conti con un numero di decessi dovuti o riconducibili al Covid superiore alla media mondiale. Il punto di vista di Bassetti è chiaro: "Sono sempre tanti, sono sempre troppi. Però fatemi dire che noi abbiamo tanti decessi perché siamo la sanità più etica del mondo .Significa che non abbiamo mai lasciato indietro nessuno".

"lo - prosegue - lo vedo nei nostri poveri anziani quando arrivano nel mio reparto. Hanno scatole con 10, 15, 20 pastiglie. Vuol dire che hanno molte comorbidità: l'insufficienza renale, l'insufficienza epatica, hanno problemi cardiaci".

Covid: Bassetti spiega come si sarebbe potuto fare qualcosa

"Quando - rivela l'infettivologo - arriva un'infezione brutta come questa purtroppo pagano un tributo molto alto.

Noi abbiamo più morti degli altri anche perché sappiamo fare le cose meglio e riusciamo a fare arrivare i nostri nonni più avanti con gli anni. È però evidente che sono più fragili".

L'Italia è un paese con un'età media piuttosto alta. "Più avanti vai -aggiunge Bassetti - più ci arrivi acciaccato e non sei perfettamente in grado di difenderti".

Per il medico qualcosa si sarebbe dovuto fare. "Noi - ammette - avremmo dovuto mettere in sicurezza gli anziani, cosa che non mi risulta sia stato fatto. Sono tre mesi che dico che bisognava differenziare gli orari in cui si va al supermercato, in cui si va nei negozi, in farmacia eppure questo non è stato fatto".