Le riaperture di gennaio sono un tema particolarmente caldo. L'esercizio più complicato resta, infatti, far coesistere le necessità di contenimento del contagio e quelle socio-economiche. A maggior ragione in questa fase dove gli esperti, in ragione degli ultimi numeri sulla diffusione del Coronavirus, iniziano a chiedere una linea rigorista per scongiurare una terza ondata o una recrudescenza della seconda.

La prima data fondamentale è quella del 7 gennaio. Sarà da quel momento che verrà a decadere la stretta natalizia e si tornerà alla divisione per zone.

Dal 15 gennaio poi dovrebbe entrare in vigore un nuovo Dcpm che andrà a prorogare, a variare o a rivoluzionare quello dello scorso 4 dicembre.

Anche a gennaio sarà mantenuto l'obbligo di indossare sempre la mascherina e il coprifuoco con divieto circolazione senza motivi adeguati (lavoro, salute o necessità) dalle 22 alle 5. Sotto osservazione, come è noto, c'è la situazione di bar, ristoranti, scuole, piscine e palestre.

Riaperture bar e ristoranti: la protesta potrebbe cozzare con la linea rigorista

L'Italia, lo scorso 23 e prima dell'entrata in vigore del Decreto Natale, era quasi totalmente gialla. Diverse attività di ristorazione quindi potevano operare in loco dalle 5 alle 18. Dopo aver inghiottito come un boccone amaro la scelta di determinare la zona rossa nazionale (o arancione in alcuni giorni) per tutto il periodo festivo, si auspicava che il 2021 potesse diventare il momento in cui si iniziava a pensare ad un'apertura serale pre-coprifuoco.

La realtà dei fatti dice che gli ultimi dati sul contagio mettono a rischio le aperture di bar, ristoranti, pub, pasticcerie e gelaterie già a partire dal 7 gennaio anche per la fascia oraria diurna.

Diverse regioni, infatti, sono sotto osservazione per l'evoluzione del quadro epidemiologico e da gialle (quale sarebbero, al momento per la gran parte) potrebbero diventare arancioni o rosse.

Riaperture negozi: verso nuovi orari

Tra le categorie che sono state costrette a fermarsi nel periodo natalizio ci sono stati i negozi. Come è noto la dichiarazione di area rossa (e con l'eccezione delle date "arancioni") impone la chiusura a tutti quegli esercizi commerciali che non si occupano ritenuti di beni di prima necessità.

La cessazione delle misure straordinaria per il Natale porterà alla riapertura in tutte quelle zone che non avranno il massimo grado di rischio. Tuttavia, l'orario di chiusura dovrebbe essere non più alle 21, come avvenuto nel corso del periodo dello shopping festivo, ma tra le 19.30 e le 20.

Nuovo Dpcm: potrebbe chiarire il futuro su riaperture palestre e piscine

Discorso diverso, invece, è quello sui centri commerciali. Per loro potrebbe essere mantenuta la chiusura nei giorni festivi e pre-festivi, con l'eccezioni delle attività come supermercati, alimentari in genere, edicole, farmacie e parafarmacie.

Altri punti spinosi riguardano attività come palestre e piscine. Eventuali novità sono subordinate a quanto sarà contenuto all'interno del prossimo Dpcm.

Si attendono, invece, novità sostanziali rispetto all'eventuale riapertura delle stazioni sciistiche e per gli sport da contatto.

Più vicini alle riaperture musei e mostre dove la contingentazione degli ingressi potrebbe essere facilitata dall'introduzione di sistemi di prenotazione degli accessi. Più difficile una soluzione del genere per cinema e teatri dove c'è la necessità di accogliere più persone contemporaneamente per assistere agli eventi.