Il Movimento 5 Stelle ha posto come condizione al sostegno al governo Draghi la creazione di un super-ministero della Transizione ecologica, la cui presenza, stando alle parole di mercoledì della presidente del Wwf Donatella Bianchi, sembra essere certa. Il Movimento si è così apprestato a rivendicarne il successo nel quesito formulato sulla piattaforma Rousseau per il sì al governo. Il ministero potrebbe consentire all’Italia di colmare il gap con gli altri paesi europei e con l’Unione Europea stessa, così come permetterebbe al Movimento di Grillo, da giorni attraversato da malumori, di vantare una vittoria politica di fronte al proprio elettorato e giustificare a pieno titolo l’entrata nel governo.

Il Grean Deal e i modelli europei

In Europa l’attenzione al verde è alta, come dimostrato dal fatto che per accedere ai fondi del programma Next Generation EU occorre essere in linea con gli obiettivi del Green Deal e con alcuni principi fondamentali come la transizione ambientale. Allo stesso modo, ministeri di questo tipo già occupano i vicini esecutivi europei. In Francia il ministero della Transizione Ecologica accorpa Trasporti e Infrastrutture e la casella-chiave dell’energia, oltre a partecipare insieme al presidente Macron e al ministro dell’Economia Le Maire alle decisioni sul Recovery. In Spagna si occupa di politiche energetiche e in Svizzera esiste un unico ‘Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni'.

Lo scenario attuale dell'Italia

Va sottolineato, per ragion del vero, che un dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi già esiste in Italia ed opera all’interno del ministero per l’Ambiente. Tra i suoi compiti figurano la cura delle competenze in materia di economia circolare, il contrasto ai cambiamenti climatici, l’efficientamento energetico, il miglioramento della qualità dell’aria e sviluppo sostenibile, la cooperazione internazionale ambientale, la valutazione e autorizzazione ambientale e il risanamento ambientale.

Organizzazione e toto-nomi

Quale sarà la configurazione che andrà ad assumere e se ci sarà restano incognite: potrebbe riunire il ministero dell’Ambiente o dello Sviluppo economico oppure potenziare il primo con più fondi a disposizione, compresi quelli previsti dal Recovery Fund. Nell’incertezza è già scattato il toto-nomi per la guida al dicastero.

In lizza Stefano Patuanelli, oggi ministro dello Sviluppo economico e Luigi Di Maio.

Se da una parte, dunque, il ministero si profila come una chance di ammodernamento per l’Italia allineandola al sentimento green europeo, dall’altra potrebbe rafforzare la posizione del Movimento 5 Stelle dentro e fuori il governo Draghi. A stabilirlo sarà il presidente del Consiglio incaricato.