I contagi crescono, soprattutto a causa delle varanti del virus. Tuttavia, non aumentano in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. La tutela della salute è al primo posto per il governo guidato da Mario Draghi, ma è impossibile non considerare le conseguenze innescate dalle misure sul tessuto economico e sociale del nostro Paese a fronte di una vaccinazione che dovrebbe correre almeno due volte più veloce di oggi. Per questo l'esecutivo Draghi sta pensando ad un netto cambio di rotta, da operare probabilmente nelle prossime settimane.
Coprifuoco alle 20 e zona rossa nei weekend
Una delle ipotesi paventate sarebbe quella di una zona rossa limitata ai soli fine settimana. Sabato e domenica in zona rossa: un vero e proprio lockdown con coprifuoco anticipato alle 20, invece delle 22 attuali. Le varianti, soprattutto quella inglese, rendono più facile il contagio e le misure fin qui messe in campo sembrano faticare nel limitare la diffusione del virus.
Sebbene servano almeno dieci giorni per osservare l'efficacia delle misure adottate con l'ultimo Dpcm del 6 marzo, il Governo sembrerebbe stia valutando se cambiare strategia nella lotta al virus, anticipando gli affanni delle terapie intensive negli ospedali di quelle Regioni che oggi non soffrono, unitamente ad una campagna vaccinale in procinto di partire a pieno ritmo, grazie alle dosi in arrivo tra marzo e aprile e l'estensione del vaccino di AstraZeneca anche agli over 65.
Super zona rossa a tempo
Un'altra indiscrezione riguarda una possibile zona rossa estesa a tutto il territorio nazionale, anche se questa soluzione sembra difficilmente percorribile. L'ipotesi sarebbe quella di fermare il Paese per tre settimane, in cui operare una massiccia accelerazione sulle vaccinazioni e prendere il virus in contropiede.
Questa eventualità viene, al momento, smentita dal Governo, per cui non si starebbe ragionando su un lockdown generale, vista l'enorme differenza dell'incidenza del contagio nella varie Regioni. Osservando i dati quotidiani ci si rende conto del fatto che su 13.902 positivi, quasi 7.000 sono ascrivibili a sole tre regioni: Lombardia (2.301), Emilia Romagna (2.987) e Campania (1.644), mentre in ben undici regioni si registrano dati sotto i 500 casi giornalieri.
Sarebbe proprio questa forte differenziazione territoriale a consigliare al Governo una stretta, comunque probabile, ma che riguardi solamente le zone maggiormente colpite dal contagio.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha infatti dichiarato: "Oggi abbiamo una enorme differenziazione tra territori e il modello costruito serve proprio ad evidenziare queste differenze. Monitoriamo la curva e verificheremo sulla base della proporzionalità quali siano le misure più adeguate. Mi aspetto nei prossimi giorni e nelle prossime settimane la curva possa salire ancora e dunque mi aspetto altre regioni in rosso".
Il timore per il Governo è quello di andare ad insistere con misure più stringenti su di una popolazione che potrebbe non capire la necessità di un nuovo lockdown, seppur di tre settimane.
Nel caso venisse adottata una simile misura, occorrerebbe spiegare alla cittadinanza che l'ennesimo sforzo sarebbe ricompensato da una campagna di vaccinazione realmente di massa. Da qui a fine aprile arriveranno in Italia 26 milioni di dosi di vaccino. Risulta vitale che l'Italia le impieghi tutte e nel minor tempo possibile. Potrebbe essere la vera svolta nella lotta alla Covid-19, permettendo una graduale riapertura dalla primavera in poi.