L'ipotesi di nuove restrizioni per fronteggiare la nuova ondata Covid anima i dibattiti degli ultimi mesi. I numeri del contagio sono tornati a crescere in maniera costante. Si teme, inoltre, che l'effetto varianti possa portare la curva a schizzare sempre più verso l'alto, considerata la maggiore contagiosità dei ceppi virali che differiscono da quello che era il Sars-Cov2 originario. Sono diverse le ipotesi che, ad oggi, vengono fatte per capire quale possa essere la strategia per frenare la diffusione del contagio, alla luce del fatto che la crescita dei casi potrebbe corrispondere anche ad un aumento degli ospedalizzati e dei ricoveri in terapia intensiva.

Super zona rossa nazionale come ipotesi

Sono diverse le ipotesi riportate dai media rispetto a quale potrebbe essere la strategia del governo ai fini del contenimento dei contagi. Tra gli scenari delineati c'è quello di una super zona rossa nazionale. Il meccanismo d'azione prevedrebbe per un periodo limitato di tempo l'estensione a tutto il territorio nazionale di quello che è il massimo grado di rischio, in maniera tale da abbattere il contagio e auspicare che l'accelerazione nella campagna vaccinale faccia il resto. L'obiettivo, a quel punto, sarebbe uscire da quello che potrebbe essere quasi un vero e proprio lockdown con parametri tali da poter far ripartire tutto in maniera più decisa.

Ipotesi weekend blindati e coprifuoco anticipato

C'è, però, consapevolezza del fatto che il Paese ha diversi settori economici che sono messi in ginocchio da aperture e chiusure intermittenti. Non a caso si pensa anche ad una soluzione alternativa a quella del citato lockdown, seppur un po' più light rispetto a quello della scorsa primavera.

Un esempio è rappresentato dalla scelta di decretare la zona rossa nazionale per i fine settimana e anticipare il coprifuoco (Alle 19 o alle 20). Si tratta di soluzioni che andrebbero in un'unica direzione: limitare i contatti interumani e gli spostamenti.

Nuove restrizioni, Gismondo: 'Interrogarci su quale possa essere uno schema nuovo'

Diversi scienziati sottolineano come non esista un manuale scientifico per affrontare una pandemia come quella in corso. Si è, fino ad ora, in un certo senso navigato a vista e si è scoperto che solo le restrizioni rappresentano strumenti adeguati a frenare l'avanzata del coronavirus. In attesa, ovviamente, di avere vaccini a sufficienza e capacità di somministrarli. E, in tal senso, risulta significativa la dichiarazione rilasciata da Maria Rita Gismondo all'Adnkronos Salute. La nota virologa, direttrice della Microbiologia del Sacco di Milano.

La scienziata ha parlato di "un anno di restrizioni" che, da una parte, "hanno abbassato la pressione sugli ospedali", dall'altra non ha consentito di scongiurare "purtroppo quasi 100.000 vittime malgrado tutto, dobbiamo interrogarci su quale possa essere uno schema nuovo per dare una svolta".

"Certamente - ha precisato - se avessimo la possibilità di vaccinare tutti immediatamente la svolta sarebbe questa. Ma non ce l 'abbiamo malgrado le promesse ". "Ma - ha aggiunto - non ce la facciamo a vaccinare con un ritmo incessante, visto che il 30% delle dosi sono ancora non utilizzate".

"Non ho - ha aggiunto - la soluzione, ma sono abbastanza propensa a dire che gli schemi finora utilizzati non sono stati né sufficienti, né abbastanza efficaci. Ci sono degli studi che si stanno pubblicando anche su riviste come 'Science' o 'Bmj', con valutazioni scientifiche su possibili scenari. Dovremmo prenderli tutti in considerazione e interrogarci".