Nicola Zingaretti, il segretario dimissionario del Partito Democratico, ha fatto due scelte negli ultimi giorni: l’addio alla leadership del popolo dem e discuterne a Live-Non è la d’Urso, il talk show che “ha portato la voce della Politica nelle case degli italiani”, ora più che mai.

I motivi delle dimissioni irrevocabili di Zingaretti

L’ex segretario, ospite nella prima serata della domenica su Canale 5, si mostra sorridente ed è assolutamente a suo agio nel non salotto della d’Urso. L’intervista inizia scherzosamente: i due ironizzano su come rivolgersi l’una all’altro e optano per darsi del tu.

D’Urso va poi subito al nodo della questione calda: le dimissioni dalla segreteria del Pd. Il Governatore della Regione Lazio risponde che le sue sono dimissioni irrevocabili, perché il suo è stato “un atto d’amore, che rivendico, per un partito che deve ritrovare una dimensione umana”. Il suo gesto deve rappresentare per il popolo dem una “scossa per dire alla mia comunità di essere più vicini alla vita degli italiani". La sua non è distanza ma passione. Bisogna mettere di nuovo anima e corpo per dare una mano all'Italia. L’ex segretario PD invita a non drammatizzare e ribadisce che la sua presenza nel partito non è messa in dubbio e combatterà con le sue idee all’interno.

Sono in molti a chiedergli di ripensarci e di ritirare le dimissioni sia dentro sia fuori il PD, ma Zingaretti non ha alcun ripensamento.

Anzi, esorta il gruppo dirigente del suo partito a essere più vicino alle persone.

Le polemiche dopo il tweet di appoggio alla d’Urso

Alla domanda di Barbara d’Urso se sia lei o meno la causa delle sue dimissioni dopo il tweet di apprezzamento di Zingaretti, nel quale si diceva dispiaciuto per la chiusura anticipata del programma di punta della domenica sera targata Mediaset, l’ex segretario risponde, divertito, di no.

Tuttavia, le critiche, sorte in seguito al tweet in questione, sono state certamente un segnale.

Zingaretti non torna, quindi, indietro sulle sue posizioni, ribadendo alla conduttrice di essere stata ed essere ancora colei che ha avvicinato la politica al popolo, grazie al suo programma di indubbia popolarità.

La conduttrice di Canale 5, quindi, si è ritrovata, ingiustamente, al centro di un modo sbagliato di fare politica che deve essere rinnovato, a detta del Presidente della Regione Lazio. L’ex leader dem non manca di rimandare al mittente le critiche suscitate dal tweet, complimentandosi della trasmissione con d’Urso e sottolineando che il “populismo si combatte con la politica, non con la puzza sotto il naso. Io guardo le persone da vicino, non dal dirigibile. Chi sta bene nei salotti, si accomodi”. La sua è una risposta, forse, non troppo velatamente riferita a tutti i commenti sarcastici e non suscitati dall’appoggio a Live-Non è la d’Urso.

Durante l’intervista non sono mancate le critiche, da parte di Zingaretti, al suo partito.

Il sostegno al governo Conte è stato deciso da tutti i componenti del PD. Rimprovera sia coloro che non c’erano più, dopo il fallimento del tentativo, sia i suoi sostenitori interni che, però, non lo hanno difeso abbastanza.

Il futuro del PD e di Zingaretti

Nel futuro prossimo dell’ex segretario, invece, non sembra esserci all’orizzonte il Campidoglio. Servono nuove energie e non sembrano essere le sue. Chiunque sarà il sindaco di Roma avrà la fortuna di fare “la cosa più bella nei prossimi anni per chi ha passione politica”, a detta del Presidente del Lazio.

Il prossimo, o la prossima, leader del popolo dem sarà deciso dalla comunità del Partito Democratico, che, a detta dell’ex segretario, non è un “partito del leader”, ma è l’unico partito ad avere risorse e strumenti democratici per scegliere il proprio rappresentante.

Bonaccini sarà il suo successore? Forse. La vera certezza è che il prossimo leader del PD va trovato e va fatto in fretta. Sono troppe le questioni in gioco al momento: le relazioni col governo Draghi, la terza ondata alle porte e le elezioni amministrative dell’autunno prossimo.