Spese militari al centro del dibattito politico negli ultimi giorni. Dopo l'incontro del premier Mario Draghi con Giuseppe Conte di alcuni giorni fa le tensioni interne all'esecutivo sono rientrate. La tematica è centrale e Draghi ha ricordato che in questo momento per il Paese e sarebbe difficile venire meno agli impegni presi dall'Italia con la Nato. E alla fine è stato trovato l'accordo: l'aumento delle spese militari ci sarà ma in modo graduale entro il 2028 e non più entro il 2024, come deciso inizialmente.

L'impegno del governo sulle spese militari

Il governo non vuole affatto venir meno agli impegni Nato sull'aumento delle spese militari al 2% del Pil. Questo è quello che avrebbe ribadito alcuni giorni fa Mario Draghi, aggiungendo che in un momento molto delicato non si può venire meno agli impegni già assunti dal nostro Paese. Dopo la tensione interna al governo alla fine si è arrivato ad un compromesso, con l'aumento che avverrà entro il 2028 e non più entro il 2024.

Lo stesso Draghi poi ha avuto qualche giorno fa alcuni colloqui con i maggiori leader degli stati occidentali, come Joe Biden, il presidente Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Secondo fonti di Palazzo Chigi i leader hanno convenuto sull'importanza di uno "stretto coordinamento" sul tema dell'aiuto al popolo ucraino, in particolar modo con molta attenzione "al funzionamento dei corridoi umanitari" e "all'assistenza dei rifugiati".

Le priorità per Conte

L'ex Presidente de Consiglio Giuseppe Conte afferma che non vuole affatto mettere in discussioni gli accordi già presi con la Nato nel 2014 ma è dell'idea che è sbagliato "affrettarsi a rispettare questa soglia del 2% in questo momento" considerando il periodo di gran difficoltà che sta vivendo il Paese da due anni.

In merito all'incontro con Draghi a Palazzo Chigi Conte spiega che è si parlato del caro bollette e dell'aumento del prezzo dei generi alimentari, a suo avviso "questioni prioritarie" rispetto all'aumento delle spese militari. Dopo l'incontro con il premier Conte ha spiegato che non "aprire una crisi di governo non è sul tavolo".

Allo stesso tempo ricorda il diretto "a essere ascoltati dal governo".

L'accordo raggiunto nel governo

Alla fine, lo scorso mercoledì la tensione nel governo è rientrata. Decisiva è stato la mediazione del Partito Democratico e l'intervento del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Quest'ultimo infatti ha ribadito la volontà di rispettare gli impegni della Nato ma con gradualità, così come richiesto dal Movimento Cinque Stelle.

E dunque l'aumento delle spese militari, al 2% rispetto al Pil, dovrà avvenire entro il 2028 e non più entro il 2024 come era stabilito all'inizio dall’ordine del giorno che era stato approvato alla Camera.