Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America ha aperto un fascicolo contro l'ex presidente americano Donald Trump a seguito dell'assalto a Capitol Hill avvenuto il 6 gennaio a Washington e costato 4 morti, alla vigilia dell'insediamento del neo presidente Joe Biden. Lo riferiscono fonti vicine al Washington Post, le quali riportano di un'indagine condotta dai pubblici ministeri su quattro persone a conoscenza dei fatti del 6 gennaio 2021, tra cui due assistenti del vicepresidente Mike Pence, interrogati davanti ad un Gran Giurì.
Al vaglio degli inquirenti, dopo il sequestro dei tabulati telefonici del Presidente Trump, l'indagine sulle presunte conversazioni che l'ex presidente americano avrebbe intrattenuto con alcuni dei suoi più stretti consiglieri e collaboratori, riferendo ordini in merito ad un presunto utilizzo di falsi elettori negli stati dove il rivale democratico aveva registrato il suo vantaggio.
Resta comunque da accertare la posizione del magnate americano in merito alle accuse rivolte. Non è la prima volta che la cerchia politica di Trump subisce indagini di questo tipo da parte del Dipartimento di Giustizia, ma è la prima volta che l'indagine coinvolge direttamente la condotta di un presidente.
Gli eventi del 6 gennaio: un attacco alla democrazia
Lo scorso 6 gennaio 2021, circa 14 giorni prima dell' insediamento del Presidente democratico Joe Biden e durante la conferma dell'esito elettorale, un folto gruppo di sostenitori del presidente uscente Trump, presenti a Washington D.C già in mattinata a favore della "Save American March", si è diretta verso il Campidoglio alle ore 13.00 locali dando inizio all'assalto verso le ore 14.00.
Per l'occasione i manifestanti, dopo aver scavalcato il cordone di sicurezza si sono introdotti nell'edificio utilizzando funi e scale improvvisate, rompendo finestre e saccheggiandone gli interni attaccando le forze dell'ordine tramite agenti chimici. Solo dopo più di 3 ore il Campidoglio è stato sgomberato dalle squadre antisommossa ed è stato dichiarato il coprifuoco e ripreso il conteggio elettorale.
Numerosi sono stati gli appelli da parte di diverse personalità di spicco della politica americana di sedare la rivolta, e diversi gli inviti rivolti allo stesso Trump per fermare i manifestanti. In quell'occasione l'allora presidente in carica, inizialmente "soddisfatto" per l'irruzione dei suoi sostenitori all'interno del Campidoglio, si limitò a pubblicare alcuni tweet in cui esortava la popolazione a rimanere pacifica e a tornare presso le proprie abitazioni, attribuendo l'evento e la violenza dei suoi sostenitori alle presunte irregolarità avvenute durante le elezioni.
Ma tutto ciò non sembra intimorire Trump che ha comunque manifestato l'intenzione di candidarsi nuovamente per il 2024, definendo questa come una manovra finalizzata allo scoraggiamento in vista delle prossime elezioni.