Si avvicinano le elezioni politiche del 25 settembre per il rinnovo del Parlamento. Fra le liste che corrono da sole a questa competizione elettorale c'è Unione Popolare, formazione di sinistra guidata dall'ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
Nel Lazio, nel collegio plurinominale P01 di Roma (comprendente i Municipi I, II, III, IV, V, VI, le zone urbane di Ostiense, Valco San Paolo e Garbatella dell’VIII Municipio) sarà candidato alla Camera dei Deputati anche Fabio Perrone, 32enne romano, che Blasting News ha intervistato in esclusiva.
Intervista a Fabio Perrone
Perrone, quali ragioni spingono al giorno d'oggi un giovane di poco più di 30 anni a candidarsi alle Elezioni politiche?
“Faccio Politica da quando avevo 14 anni, occupavo contro i tagli alla scuola della Moratti a 15 anni, da presidente d'assemblea. Da allora è stata una lunga storia d'amore, di passione e di idee, di grande studio e ragionamento, senza soldi e senza risvolti comodi di carriera; contro l'austerità cieca dell'Unione europea che ha facilitato l'ascesa dei nazionalismi di destra, per la scuola, per la cultura e i servizi pubblici. L'ho fatto anche quando sarebbe bastato non dire ciò che si pensava, per scalare. Sono stato sempre coerente e continuo così, senza tornaconti.
Ho letto centinaia di libri. Ci ho sempre creduto e ci credo ancora”.
Quali sono le vostre priorità programmatiche e le battaglie che vorreste portare dentro al Parlamento?
“Poche e semplici priorità: pace, stop all'invio di armi e intervento immediato con una legge per calmierare le bollette e scongiurare la spirale d'inflazione devastante che ne conseguirebbe, oltre alla chiusura delle fabbriche.
Vogliamo il salario minimo per tutti a 10 euro lordi l'ora la difesa del lavoro e aumento dei dipendenti della pubblica amministrazione, un milione e mezzo di posti di lavoro che mancano. Riconversione ecologica, nazionalizzazione dell'energia e sostegno alle fasce più svantaggiate, allargamento dei diritti civili.”
Nei giorni scorsi la vostra lista ha avuto l'endorsement internazionale di Jean Luc Melenchon, che in Francia è la principale opposizione a Macron.
Come mai invece qui in Italia una sinistra radicale fa più fatica ad affermarsi?
“Le ragioni storiche sono molto complesse: troppe divisioni identitarie sedimentate hanno impedito un serio aggiornamento dell'analisi nella crescente complessità del mondo globalizzato. Ora è il momento di guardare avanti con progetti di ampio respiro, già proiettate verso le europee 2024: Unione Popolare nasce con questa sfrontata ambizione. Serve coraggio, il mondo va a rotoli, lo stesso coraggio di risultare inizialmente scomodi e "radicali": proprio come ha fatto Melenchon in Francia. Serve una nuova egemonia culturale”.
La vostra lista potrebbe avere difficoltà a superare lo sbarramento del 3%, come credete di poter convincere gli elettori che quello dato a voi non sia un "voto inutile?"
“Il voto che porta nel dibattito politico nazionale temi importanti e soprattutto un'idea alternativa di come debba andare la società, non è mai un voto perso.
Serve dare gambe a un sogno più grande di una tornata elettorale: noi intanto cerchiamo di parlare ai tantissimi indecisi, la sfida è totalmente aperta e confidiamo nel coraggio delle elettrici e degli elettori”.
Se eletti quali rapporti avrete con le altre forze politiche che, come voi, vogliono rappresentare le istanze "sociali", come Si-Verdi e Movimento 5 stelle?
“Con le altre forze politiche serve accrescere certamente un dialogo: molti hanno tentato di intestarsi battaglie che avevamo lanciato noi per primi, come Paese Reale prima (terza gamba di Unione Popolare) e poi come UP complessivamente. Ben chiari i nostri valori, non ci precludiamo aprioristicamente interlocuzioni con chi ha - da una posizione meno credibile, avendo sostenuto Draghi - un programma per buona parte molto simile al nostro. Confidiamo comunque in una scomposizione dell'attuale quadro: la nostra coerenza e onestà pagheranno".