Donald Trump lo ha odiato per anni, diventando il primo presidente a volerlo oscurare negli Stati Uniti nel 2017. E ora, dopo che l'amministrazione Biden e il Congresso hanno firmato una legge per bandirlo se la Cina non venderà le sue quote di maggioranza, il neo presidente sembra aver cambiato idea: “Salverà TikTok", ha detto qualche tempo fa. Intanto destino di TikTok negli Stati Uniti è al centro di un complesso dibattito politico e legale. La piattaforma, con oltre 170 milioni di utenti americani, è accusata da anni di rappresentare una minaccia alla sicurezza nazionale. Secondo il Congresso e molti funzionari dell’intelligence, TikTok potrebbe essere usata dal governo cinese per raccogliere dati personali e diffondere propaganda.
Queste preoccupazioni hanno portato, nel 2024, all’approvazione della legge "Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act" (PAFACA), che richiede alla società madre cinese ByteDance di vendere la piattaforma a un’entità non cinese.
Il cambio di direzione di Trump
La questione TikTok ha assunto una svolta Politica inaspettata con Donald Trump che ha recentemente cambiato la sua posizione. Come abbiamo detto, durante il suo primo mandato, Trump aveva cercato di vietare TikTok con ordini esecutivi, ma tali iniziative furono bloccate dai tribunali.
Ora, invece, sembra voler salvare l’app. Dopo un incontro con Jeff Yass, uno degli investitori americani di ByteDance, Trump ha espresso il desiderio di trovare una "soluzione politica" che eviti il bando.
La Corte Suprema e il bando temporaneo
La legge PAFACA, sostenuta dal Congresso e firmata da Joe Biden, è entrata in vigore il 19 gennaio 2025.
La Corte Suprema, con una procedura accelerata, ha confermato la costituzionalità della normativa. ByteDance, che si oppone al divieto, aveva richiesto una sospensione della decisione, ma i giudici non hanno accolto l’istanza. Di conseguenza, TikTok ha interrotto i servizi negli Stati Uniti il 18 gennaio, in attesa di sviluppi per poi ritornare online, visto che Trump ha assicurato altri 90 giorni di tempo per risolvere il problema.
Dobbiamo ricordare che TikTok ha un quarto dei suoi utenti negli Stati Uniti, che sono il principale mercato dell'app ma non l'unico.
Trump interviene: una tregua di 90 giorni?
In un’intervista a Meet the Press, Trump ha dichiarato di voler considerare una proroga di 90 giorni per consentire a ByteDance di negoziare la vendita dell’app. Questa mossa rappresenta un tentativo di guadagnare tempo e mantenere TikTok attiva negli Stati Uniti. Trump ha anche presentato una richiesta formale alla Corte Suprema, sostenendo che la questione sollevi un conflitto tra libertà di espressione e sicurezza nazionale. In realtà non è chiaro cosa succederà: da una parte ByteDance non sembra intenzionata a vendere la propria quota, dall'altra il Congresso americano non vuole fare un passo indietro e concedere all'azienda di restare cinese.
Le reazioni politiche: il Congresso contro
Nonostante l’intervento di Trump, molti legislatori americani, sia democratici che repubblicani, rimangono scettici. Il presidente della Camera, Mike Johnson, ha sottolineato l’importanza di una cessione definitiva delle operazioni statunitensi di TikTok per eliminare qualsiasi rischio di controllo cinese. ByteDance, dal canto suo, ha dichiarato l’impossibilità di vendere TikTok a causa delle restrizioni del governo cinese sulle esportazioni tecnologiche. Ci sono poi da considerare i futuri possibili scontri tra il governo Trump e Pechino: nonostante ci sia stata una chiamata tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping, non sembra di essere vicini a un disgelo.
Trump continua a essere convinto che nuovi dazi contro la Cina siano essenziali per riequilibrare la bilancia commerciale. In tutto questo quest'anno per la prima volta un vicepresidente cinese ha partecipato all'inaugurazione di un presidente americano. E c'è di più: tra le fila dell'élite tecnologica ha preso parte alla cerimonia anche l'amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew.