Golden Dome è il nome del progetto annunciato da Donald Trump il 20 maggio 2025: un sistema di difesa missilistica spaziale da 175 miliardi di dollari, pensato per proteggere il territorio americano da attacchi nucleari e minacce ipersoniche. Il progetto sarà gestito dalla Space Force e promette di riscrivere le regole della sicurezza globale. Si tratta di uno dei progetti militari più ambiziosi mai concepiti dagli Stati Uniti, con ricadute politiche, strategiche ed economiche di enorme portata.
Cos'è il Golden Dome e perché è così importante
Nasce come evoluzione tecnologica dell’Iron Dome israeliano, ma portato a un livello superiore.
Si tratta di un vero e proprio scudo spaziale, che sfrutterà una rete di satelliti armati e intercettori orbitali per individuare e neutralizzare minacce in arrivo, comprese armi ipersoniche e attacchi provenienti dallo spazio.
Secondo Trump, “nessun missile nemico dovrà più sfiorare il nostro cielo”. Lo scudo mira a coprire l'intero territorio degli Stati Uniti, ed eventualmente estendersi anche ai paesi alleati, se disposti a contribuire economicamente. L'obiettivo dichiarato è difendere l'America da attacchi provenienti da Russia, Cina, Corea del Nord e altre potenziali minacce emergenti.
Un investimento storico
L’impianto del Golden Dome prevede un finanziamento iniziale di 25 miliardi di dollari, ma il costo complessivo stimato potrebbe raggiungere i 175 miliardi (secondo altre stime, addirittura 542 miliardi entro 20 anni).
È la cifra più alta mai stanziata per un sistema di difesa da parte degli Stati Uniti in tempi di pace.
Il Congresso ha già approvato la prima tranche del budget, mentre la gestione operativa sarà affidata al generale Michael Guetlein della Space Force. Tra le aziende coinvolte ci sono SpaceX, Lockheed Martin, Palantir e altri colossi dell’aerospazio e della difesa.
Politica internazionale: reazioni e tensioni
L'annuncio ha provocato forti reazioni a livello globale. Il Canada ha espresso interesse nel partecipare al programma, ma Trump ha chiarito che l’accesso allo scudo sarà riservato solo a chi pagherà. Questo approccio ha già sollevato preoccupazioni tra gli alleati della NATO.
Nel frattempo, Russia e Cina hanno definito il progetto una “minaccia destabilizzante per l’equilibrio globale” e accusano gli Stati Uniti di voler militarizzare lo spazio.
Anche all’interno degli Stati Uniti non sono mancate le polemiche: i democratici hanno denunciato possibili conflitti d’interesse, soprattutto per via della vicinanza tra Trump e Elon Musk.
Le sfide tecnologiche
Portare a termine questo progetto sarà un'impresa titanica anche da un punto di vista ingegneristico poiché richiederà una rete di satelliti ad alta orbita dotati di armi cinetiche o a energia diretta; capacità di tracciamento in tempo reale per missili ipersonici; coordinamento tra esercito, aeronautica, intelligence e industria privata; una solida strategia di cybersicurezza per evitare intrusioni nemiche. Il che aumenta esponenzialmente rischi di ritardi o fallimenti.