Donald Trump torna al centro dell’attenzione, ma questa volta non per un comizio elettorale o una dichiarazione controversa. Il Presidente degli Stati Uniti ha in programma una cena esclusiva riservata ai maggiori detentori del token $TRUMP, una criptovaluta che sfrutta esplicitamente la sua immagine. L’evento si terrà il 22 maggio al Trump National Golf Club in Virginia, e promette di essere tanto celebrativo quanto divisivo.

Cripto-populismo in salsa trumpiana

Il token $TRUMP è un memecoin, una criptovaluta dal valore spesso speculativo e sostenuta da dinamiche virali più che da fondamentali economici.

Ma qui la novità è politica: il token è legato direttamente alla figura di Trump, ed è stato promosso da sostenitori e speculatori come parte di una “Trump Economy” parallela.

Gli inviti sono stati inviati ai 220 wallet con le maggiori quantità di token, che insieme rappresentano un valore stimato di oltre 147 milioni di dollari. L’evento viene presentato come un gesto di ringraziamento verso i “top holders”, ma nei fatti assume i contorni di un'operazione di marketing politico-finanziario inedita.

Chi partecipa alla cena

Tra i nomi più noti figura Justin Sun, fondatore della blockchain Tron, oggi principale detentore individuale del token con circa 1,4 milioni di unità. Presente anche un rappresentante di MemeCore, azienda con sede a Singapore specializzata in memecoin, che ha costruito parte del proprio brand proprio sull’associazione con Trump.

Proteste e interrogativi etici

La notizia della cena programmata da Trump ha avuto un impatto immediato sul mercato: il valore del token $TRUMP è salito dell’11% in poche ore. Ma insieme ai rialzi di borsa, sono arrivate anche le critiche.

Robert Weissman, presidente del gruppo di advocacy Public Citizen, guiderà una protesta davanti al golf club, denunciando: 'Le attività di criptovaluta di Trump costituiscono una delle innovazioni più corrotte della storia politica americana'. Anche il senatore democratico Jeff Merkley parteciperà alle proteste. Dal canto suo, Eric Trump, figlio dell’ex presidente, ha replicato definendo i manifestanti “attivisti pagati”.

Il vuoto normativo delle cripto politiche

Per ora non sono state avviate indagini ufficiali, ma il caso solleva questioni complesse. È legittimo che un ex presidente promuova (indirettamente) un asset finanziario che porta il suo nome e che trae valore proprio dalla sua immagine pubblica?

“È una zona grigia” si legge sulla rivista Fortune. Alla stessa rivista, Jordan Libowitz, vicepresidente dell’organizzazione di vigilanza Citizens for Responsibility and Ethics in Washington, ha dichiarato: “Non ci sono molti precedenti di un presidente che possiede un asset pubblico, tanto meno un asset meme”.

Un precedente pericoloso

L’iniziativa potrebbe segnare un punto di svolta: se replicata, aprirebbe la porta a una nuova forma di economia politica digitale, difficilmente regolabile.

Un ex leader che premia economicamente i suoi sostenitori più speculativi solleva timori non solo etici, ma anche sistemici, specie in un contesto dove le criptovalute sono ancora in larga parte fuori dal controllo delle autorità.

Per l’Italia e l’Europa, che faticano a trovare una linea comune sulla regolamentazione delle cripto, il “caso Trump” rappresenta un campanello d’allarme: l’unione tra politica populista e finanza decentralizzata potrebbe travolgere i confini tradizionali tra cittadino, elettore e investitore.