Ci siamo quasi, oggi pomeriggio alle ore 18.00 presso la Stazione Termini di Roma verrà inaugurato il Mercato Centrale. Ideato dall’imprenditore delle ristorazione Umberto Montano, sorgerà all’interno dell’ala Mazzionana delle scalo ferroviario capitolino. Il progetto fa seguito al Mercato Centrale di Firenze aperto nel 2014 all’interno del mercato coperto di San Lorenzo. Come nel caso del capoluogo toscano, il Mercato Centrale anche a Roma sorgerà all’Esquilino (noto anche come la “China Town” di Roma) in un quartiere in fase di riqualificazione urbana.

Al mercato, che conterrà oltre 20 botteghe più un ristorante ed una sala per gli eventi, ci si potrà accedere direttamente dai binari oppure da Via Giolitti.

Una struttura di 2500 metri quadrati

Il luogo nevralgico del Mercato Centrale sarà la Cappa Mazzoniana realizzata negli anni ’30 del secolo scorso dall’architetto ed ingegnere Angiolo Mazzoni (da qui il nome della cappa). Le botteghe saranno posizionate al piano terra ed ognuna di esse avrà uno spazio per l’esposizione dei propri prodotti Gourmet ed un laboratorio per la preparazione e la cottura. I visitatori, dunque, potranno gustare ed acquistare i piatti tipici della cucina romana e non solo a prezzi davvero popolari (5/8 euro). Al primo piano invece vi sarà il ristorante con il servizio ai tavoli, mentre l’ultimo piano sarà appannaggio della sala eventi.

Molto ampia è l’offerta gastronomica si va dalle pizze, pane, focacce e dolci del rinomato panettiere romano Gabriele Bonci, passando per le paste fresche di Egidio Michelis, per finire con il pesce fresco dell’Antica Pescheria Galluzzi oltre ad una selezione di prodotti per coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana.

Un ottimo esempio di riqualificazione urbana

Questo nuovo modo di fare imprenditoria gastronomica nasce dall’intento di riqualificare delle zone urbane dismesse o degradate, come nel caso del mercato coperto San Lorenzo di Firenze dove è sorto il primo Mercato Centrale o come i ristoranti di Eataly di Roma che sorgono all’interno dell’ex stazione Ostiense.

Non a caso si è scelto un quartiere come l’Esquilino che, se da un lato può essere considerato il quartiere più multietnico e tollerante della capitale, è anche vero che si tratta di un quartiere che negli ultimi anni è stato poco curato della amministrazioni comunali che man mano si sono succedute. Tutto questo ha fatto sì che uno dei quartieri più belli della capitale sia molte volte sinonimo di degrado dove gli episodi di criminalità comune sono all’ordine del giorno.