Un altro caso di cyberbullismo in Italia. Secondo quanto riporta Repubblica, una 16enne romana si era chiusa in se stessa, non usciva di casa ed aveva troncato i rapporti con le sue amiche e i suoi amici. I genitori, a un certo punto, si sono accorti dello strano comportamento della figlia, chiedendole se le fosse accaduto qualcosa di strano o grave. La giovane ha raccontato che sugli smartphone dei compagni di classe, mediante WhatsApp, era finita una sua foto che la mostrava nuda. Lo scatto, inutile dirlo, è diventato virale in men che non si dica e la 16enne è diventata oggetto di pubblico ludibrio.

La giustizia 'fai da te' dei genitori romani

Il padre e la madre della studentessa romana, dopo aver appreso la sconcertante storia, non hanno denunciato il fatto, non si sono appellati alla magistratura, ma hanno voluto farsi giustizia da sé: hanno atteso il presunto responsabile delle sofferenze della figlia fuori dalla scuola e lo hanno pestato. La vicenda ricorda un po' quella che aveva come protagonista la ragazza napoletana Tiziana Cantone, suicidatasi dopo la diffusione sul web di un suo filmato hard. La 16enne romana ipotizza che la foto in cui appare senza veli sia finita sul telefonino del compagno di banco del fidanzato, e questo l'avrebbe, a sua volta, spedita agli altri compagni di classe.

Lo scatto, poi, è diventato virale. La studentessa ha detto ai genitori: "A scuola c'è uno che mi chiama cagna".

Lo scatto senza veli è finito anche su un blog

L'agghiacciante testimonianza della 16enne ha lasciato sconcertati i genitori che, senza presentare denunce e rivolgersi alla Polizia, hanno atteso il ragazzo all'uscita di un liceo, nel quartiere Casilino, e lo hanno malmenato.

Il padre e la madre della 16enne accusano il ragazzo di aver inviato quell'immagine di nudo a tante altre persone. Lo scatto sarebbe finito anche su un blog. La vittima del pestaggio ha immediatamente denunciato i genitori della coetanea ed ha fatto partire un'inchiesta. Gli inquirenti dovranno scoprire come ha fatto, quello scatto, ad arrivare sullo smartphone del ragazzo pestato. Si dovrà verificare anche se, effettivamente, sia il giovane pestato il vero responsabile dell'ansia e della sofferenza della ragazza.