La notizia si è diffusa in un lampo, alla velocità della luce. O meglio, di un treno ad alta velocità "frecciarossa". E, in poche ore, ha raggiunto le 75 mila condivisioni; pazienza, se nel giro di 24 ore è arrivata la conferma che si tratta una fake new, una bufala, l'ennesima a sfondo razzista.
Il post di Luca
Ma andiamo con ordine. Su un treno Frecciarossa, il 9608, che da Roma Termini porta a Milano, viaggiano luca caruso, l'autore del post su Facebook, e un ragazzo di colore con uno smartphone di "ultimissima generazione", un Samsung S8, ma senza bagaglio e senza biglietto.
O meglio il biglietto ce l'ha, ma è per un treno interregionale. Eppure se può permettersi un telefonino del genere non dovrebbe aver problemi a pagare il ticket di una "Freccia".
Arriva la capotreno e in maniera professionale e cortese chiede all'immigrato di mostrarle il suo titolo di viaggio, ma l'uomo prima fa finta di dormire, poi sembra non parlare italiano e neppure inglese. O almeno è quello descrive sui social Luca Caruso definendo, l'episodio, un lampante esempio della totale mancanza, nel nostro Paese, di una qualsiasi certezza della pena. Segue, poi tutto il solito carosello, con tanto di riferimento a quanto successo a Macerata, e l'immancabile finale populista. "Parlano di integrazione.
Di comprensione. Di accoglienza" si legge. Poi l'amara conclusione: noi tolleriamo e loro ci prendono per il c---o -.Il post, fa subito 120 mila like e più 75 mila condivisioni.
I commenti, pieni di rabbia e di odio, non si fanno attendere. C'è chi afferma che gli immigrati approfittano della nostra accoglienza, c'è chi si dice stanco di tollerare e chi invoca le camere a gas.
Qualcun altro, però, ha dei dubbi. Si domanda se davvero è andata così e chiede elementi per verificare l'accaduto. E, a questo punto, Caruso, decide di restringere la privacy del profilo e modifica più volte il post: cambia dei particolari, lo ingentilisce e, alla fine, lo rimuove.
La versione di Trenitalia
Un post come quello di Luca Caruso fa discutere, soprattutto in un momento come questo.
Così, la redazione di Giornalettismo decide di vederci chiaro e contatta l'ufficio stampa di Trenitalia. A questo punto, si scopre che la versione ufficiale, non combacia con quella che ha fatto il giro del web. Il ragazzo di colore era in possesso di regolare biglietto, ma aveva sbagliato posto. Così è scritto sul documento, regolarmente firmato dalla capotreno (pubblico ufficiale).
Trenitalia conferma che il giovane, che non parlava bene né italiano né inglese, inizialmente aveva mostrato un biglietto sbagliato e non aveva fornito i documenti. Quando però la capotreno gli ha chiesto di uscire dal vagone per "estendere rapporto", l'immigrato l'ha seguita e le ha fatto vedere il biglietto corretto, valido per la tratta Roma-Milano con il Frecciarossa 9608. Dunque, il ragazzo, aveva semplicemente sbagliato vagone. Tanto rumore per nulla.