A chi non è mai capitato di utilizzare il mouse del proprio personal computer e, dopo un po’ di tempo, avvertire una sgradevole sensazione di formicolio, intorpidimento culminante nel sentire la mano “ghiacciata”? Chi non si è mai chiesto, anche solo per curiosità, le reali cause che stanno alla base di tale fenomeno?
Al di là di alcuni aspetti di carattere soggettivo che differenziano i vari individui (stato di salute, diversità di comportamento dell’apparato circolatorio…), la problematica della mano che utilizza il mouse “ghiacciata” è riferibile chiaramente all’interazione tra fattori biologici e fattori fisici.
Per la precisione tale sensazione è direttamente dipendente dalla posizione tenuta dall’avambraccio in questione.
Se l'avambraccio (che durante l’utilizzo del mouse si trova solitamente in posizione perpendicolare al busto) è piegato per più di 90 gradi, la mano sarà “fredda” perchè il sangue che scorre nella sezione gomito-mano, deve muoversi a sfavore di gravità, faticando a raggiungere la totalità dei capillari della mano stessa.
Tale ergonomia è spesso imputabile ad un piano di seduta troppo basso rispetto al piano di lavoro (lo standard di una scrivania da ufficio prevede un’altezza dal pavimento pari a circa 73/74 cm).
Per risolvere il problema occorre acquisire regolarmente una postura corretta.
L'avambraccio deve essere piegato per meno di 90 gradi rispetto al busto (il gomito deve essere tenuto in posizione più elevata rispetto alla mano e, di conseguenza, rispetto al piano su cui appoggia il mouse).
In tal modo il sangue fluirà più velocemente versi i capillari periferici permettendo di mantenere la mano “calda”. Alcune soluzioni pratiche comprendono la possibilità di alzare il piano di seduta e/o abbassare il piano di lavoro.